ALESSANDRO GALLO
Sport

Stanghellini, arbitro record: "Più di 5.000 gare"

Franco in Fip dal 1988, fischia 150 partite a stagione. "Internazionale di basket in carrozzina, ho partecipato alle Paralimpiadi di Atene" .

Stanghellini, arbitro record: "Più di 5.000 gare"

di Alessandro Gallo

"Cinquemila partite, ma non mi fermo. L’anno prossimo, per di più, festeggio quarant’anni di direzioni arbitrali con l’Uisp, il primo ente con il quale ho cominciato…".

Franco, cominciamo dai segni particolari.

"Servizio militare nei carabinieri, laureato e, oggi, finalmente in pensione. Così posso dedicarmi di più all’arbitraggio".

Quante gare ha diretto?

"In Fip ho tagliato il traguardo delle cinquemila gare due domeniche fa".

E complessivamente?

"Mah, delle altre ho perso il conto. Tra Fip, Csi e Uisp e Playground dei Giardini Margherita avrò raggiunto le 7 e le 8mila presenze".

Quanto si guadagna per ogni partita?

"C’è un rimborso spese. Quando ho iniziato, in Fip, nel 1988, erano 17mila lire a gara".

E adesso?

"Siamo arrivati a 25 euro".

Anche moltiplicando il tutto per cinquemila di deduce che...

"Non si diventa ricchi. Se non di umanità e conoscenze".

Vuol dire che lo farebbe – magari lo diciamo a bassa voce per non metterla in difficoltà – anche gratis?

"Certamente, la mia è proprio una passione".

Facendo un rapido calcolo sulla base degli anni e del numero di gare, potremmo dire che lei fischia almeno 200 volte l’anno.

"Confermo".

Le sarà capitato anche di dirigere più di un match al giorno, considerando che c’è l’estate e qualche giorno di riposo, ogni tanto, se lo prenderà.

"Sì. Sono arrivato a cinque partite al giorno, la domenica. Due al mattino e tre al pomeriggio".

Cinquemila partite e quanti falli tecnici sanzionati?

"Perché questa domanda?".

Beh, lei, se la memoria non ci inganna, era una sorta di Fabio Facchini ante-litteram.

"Appunto, ero. Sono cambiate tante cose. Meno tecnici e più ricorso al tono autorevole. Anzi, qualche volta urlo pure".

Il risultato?

"Ottimo. Funziona".

Il livello massimo raggiunto?

"Mi sono specializzato anche nella direzione delle partite del basket in carrozzina. E così ho raggiunto la qualifica, per il basket in carrozzina, di arbitro internazionale. Grazie a questo ho preso parte alle Paralimpiadi di Atene nel 2004".

Ha arbitrato anche Virtus e Fortitudo?

"Sì, nei test e nelle amichevoli infrasettimanali. C’è stato un tempo in cui Gigi Terrieri della Virtus e Santi Puglisi della Fortitudo mi chiamavano spesso".

Il giocatore più forte diretto?

"Nessun dubbio. Dominique Wilkins. Però…".

Dica.

"Mi è capitato anche di dirigere Sasha Danilovic nella sua seconda esperienza bianconera. Era appena tornato da Dallas. E poi ho fatto tutti i derby giovanili. Mi considero un amico di Gus Binelli. E, dall’altra parte, di Emiliano Neri. Poi nelle stracittadine dirette a livello giovanile ho incontrato Ettore Messina, Piero Bucchi, Alessandro Finelli. E chissà quanti ne dimentico".

L’orgoglio maggiore?

"Facile. Non sono mai stato picchiato".

Nemmeno uno spintone?

"Mai. Tante attestazioni di affetto, in questi giorni in cui ho tagliato questo traguardo, sì".

Ma si ricorda come ha cominciato?

"Sì, giocavo a basket nel Cap, i centri di avviamento alla pallacanestro. Con me c’era anche Stefano Pillastrini. Mio padre, Augusto, scomparso nel 1997, aveva una macelleria che si affacciava su Piazza Azzarita. Al PalaDozza ero di casa. Mi infilavo al Palazzo e giocavo a basket con Roberto Andalò, figlio del leggendario Amato".

Cos’è per lei la pallacanestro?

"La vita. Qualcosa che mi ha aiutato nei momenti peggiori. Quando sono scomparsi mio padre Augusto e mia madre Stella".

Torniamo all’arbitraggio.

"Beh, sono contento di aver accompagnato nei loro inizi ragazzi come Saverio Lanzarini e Gabriele Bettini".

I suoi maestri?

"Faccio tre nomi. Oriano Maurizzi, Lele Soavi che è stato il primo arbitro internazionale di Bologna e Gino Fanti".

Quando appenderà il fischietto al chiodo?

"Non lo so. Sicuramente non in tempi brevi. Adesso che sono anche in pensione ho pure più tempo libero. Vado avanti, perché mi diverto".

Un arbitro, però, a Basket City, avrà anche una passione: Virtus o Fortitudo?

"Impossibile rispondere".

Perché?

"Perché ho amici da entrambe le parti. Quando sono in ambiente bianconero mi danno del fortitudino".

E quando è in Fortitudo?

"Mi becco del virtussino. E’ il bello di questa città".

Tira dritto, Franco detto ’Stanghella’. Se sentite un fischio, non abbiate paura. E’ solo lui che sta arbitrando.