Santiago Castro incide nella carne viva di una partita anche quando non segna o non mette a referto un assist. Nel dubbio però, sommando gol e assist, nessuno dei big di Argentina che negli anni Duemila hanno vestito la maglia rossoblù nel primo tratto di avventura con il Bologna ha inciso come lui.
E parliamo di Julio Cruz, Gaston Ramirez e Rodrigo Palacio: non propriamente attaccanti qualunque. Ma torniamo al concetto di partenza. Con la Fiorentina Castro ha centrato un palo in avvio di ripresa in quello che è stato il suo unico vero tiro in porta della partita. Poi al 14’ ha dato il la, con un cambio di campo di quaranta metri, all’azione che ha portato al gol ‘spacca partita’ di Odgaard, ripetendosi quattro minuti dopo quando ha servito su un vassoio d’argento a Holm il pallone per il potenziale 2-0, colpevolmente sprecato dal compagno. Morale: quando la partita entra nel vivo Castro c’è sempre.
O forse è più vero il contrario: la centralità di Castro è tale nel Bologna di Italiano che poco di decisivo ormai avviene senza passare dai piedi dell’argentino. Sta di fatto che il 2024 rossoblù che sta per chiudersi per Castro è stato all’insegna del decollo: e che decollo. Sommando la seconda parte della stagione scorsa a quella attuale il fatturato dell’argentino, mettendo nel conto campionato e coppe varie, è di 6 gol e 7 assist in 29 gare ufficiali. Per curiosità abbiamo misurato l’identico tratto di percorso iniziale di altri tre argentini che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Bologna: Julio Cruz, Gaston Ramirez e Rodrigo Palacio.
Ebbene nessuno dei tre, sommando gol e assist nelle rispettive prime 29 gare ufficiali in maglia rossoblù, ha fatto ...13 come Castro. Cruz nell’estate del 2000 segnò al debutto in Intertoto col Bate Borisov e firmò una doppietta in Coppa Italia con l’Empoli, ma non andò oltre i 4 gol in campionato. Bilancio: 7 gol e un assist. Dieci anni dopo Gaston Ramirez è andato assai vicino al bottino di Castro: 7 gol e 4 assist. Poi nel 2017 è arrivato Rodrigo Palacio, attaccante universale che per quattro stagioni ha fatto girare tutta la fase offensiva rossoblù.
Fatturato del ‘Trenza’ (che pure sarebbe ingeneroso giudicare solo sulla base dei numeri): 4 gol e altrettanti assist. Se son rose fioriranno. E se Santiago diventerà un calciatore ‘top’ il merito sarà soprattutto, segnatamente Sartori e Di Vaio, di chi lo ha rubato alla folta concorrenza. Peraltro a vent’anni il futuro è tutto ancora tutto da scrivere. Ma intanto Castro si gode questo 2024, che per lui è cominciato il 9 marzo, quando al Meazza debuttò in rossoblù calcando il campo nei minuti finali del Bologna-Inter 0-1 deciso al Dall’Ara dal gol di Bisseck.
Nel 3-3 con la Juve, il 20 maggio, primo gol e primo assist: ma allora c’era ancora Motta in panchina. Italiano ha raccolto i frutti della sa crescita, ma anche lavorato duro per infondergli quelle certezze che oggi in campo lo fanno essere dominante a dispetto di un fisico non proprio da corazziere. Sono le stimmate del predestinato.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su