Andrea Stramaccioni ha Roma nell’accento e nelle vene, ma Bologna gli abita il cuore. "L’ho respirata e vissuta come una seconda casa". Gli anni al Minghetti, il grave infortunio al debutto nel 1994 con Ulivieri: ultimo minuto di Bologna-Empoli, Coppa Italia di serie C, un gravissimo scontro di gioco gli sbriciola il ginocchio. Chiusa quella porta, gli si apre il portone della panchina. Perché Strama ha una marcia in più. A 36 anni Moratti se ne innamora e gli dà l’Inter dopo avergli fatto scrivere la formazione su un pezzo di carta. Il resto è storia. Quella che De Rossi e Thiago Motta oggi vogliono continuare a scrivere.
Stramaccioni, più stupito dalla Roma risorta dalla ceneri di Mourinho o dal Bologna quarto dopo la rivoluzione estiva?
"Due capolavori differenti. Daniele, in neanche quattro mesi, ha rovesciato la filosofia di gioco di un gruppo, ha recuperato su livelli altissimi individualità come Pellegrini, El Sharaawy e Paredes ed è riuscito a non far rimpiangere Josè. Thiago ha portato una squadra ricostruita in estate a giocare un calcio moderno, propositivo, mai reverenziale, facendo crescere tanti giocatori che oggi valgono cifre impensabili fino alla stagione scorsa. Due grandi centrocampisti, due ‘allenatori predestinati’, fin da quando erano calciatori".
Se l’aspettava la Roma in semifinale di Europa League?
"Viene da due stagioni di grandi risultati internazionali con due finali raggiunte, ma ripetersi non è mai facile soprattutto incrociando il Milan che veniva da una semifinale di Champions ed era in un grandissimo momento di forma in campionato. Ora nella capitale l’euforia è alle stelle, perché questa doppia vittoria dà forza e consapevolezza di essere fra le grandi".
Che partita si aspetta oggi?
"La notizia del quinto posto-Champions rende la lotta ancora più avvincente e stimolante. Conosciamo Thiago e la mentalità dei rossoblu, il Bologna andrà all’Olimpico a giocarsela, ne sono sicuro, come ha fatto contro chiunque. Sarà una gara apertissima e giocata con grande qualità".
Cinque posti in Champions: crede che l’Atalanta possa ancora rientrare in corsa?
"L’Atalanta ha il calendario sulla carta piu agevole delle tre, ma è impegnata su tre fronti e chiamata a una continuità mentale non indifferente avendo anche diversi elementi molto giovani. La mia stima per Gasperini è massima: è un innovatore mondiale e il successo di Anfield gli ha regalato una consacrazione internazionale che stramerita da anni".
Lei si ritrovò catapultato dalla Primavera alla prima squadra dell’Inter. Pensa Thiago sia pronto per una big o le consiglierebbe un altro anno a Bologna?
"Ho Bologna e i bolognesi nel cuore, ma reputo Thiago a rischio permanenza, in quanto a mio avviso assolutamente pronto per qualsiasi livello. Il mercato degli allenatori alle volte è complicato, devi essere pronto e disponibile al momento giusto. L’unica cosa che mi permetto di osservare e ’consigliare’ indirettamente a Thiago, è che se deve lasciare Bologna lo facesse solo ed esclusivamente per qualcosa di irrinunciabile e di molto competitivo perché con i mezzi di Saputo e la competenza di Sartori, rimanendo a Bologna sono sicuro avrebbe tutte le condizioni per poter scrivere la storia".
Ad agosto, dopo il debutto col Milan, disse che Zirkzee doveva giocare più per il gol. Che evoluzione ha avuto l’olandese?
"Mi ha ascoltato (ride, ndr)… è gia in doppia cifra, è un atipico, mi fa impazzire. E’ un artista, ha qualità, forza e soprattutto vede il gioco. Nella telecronaca contro l’Inter mi ha strappato un participio insolito, ma che rendeva l’idea: è ‘ingolosente’; ecco coi suoi movimenti, col suo modo di trattare il pallone rende golose e veramente godibili alcune giocate. Thiago gli ha cucito l’abito perfetto su misura e giocando il calcio piu funzionale possibile alle sue skills, la sua crescita è veramente impressionante: per me ha ancora grandi margini. Anche a lui consiglierei di lasciare Bologna solo per chi credesse veramente in lui e solo per andare a giocare un calcio adatto al suo stile".
Orsolini e Calafiori, invece, sono pronti per la maglia azzurra?
"Orso mi è sempre piaciuto, ma alle volte tendeva un pochino a perdersi in alcuni momenti della gara e soprattutto in alcune scelte: ora lo vedo molto maturato. Secondo me Spalletti ne apprezza le qualità e potrebbe convocarlo in quanto valida alternativa anche a gara in corso o in caso di infortuni delle prime linee. Calafiori lo conosco molto bene fin dal settore giovanile della Roma: ragazzo intelligentissimo e secondo me, fino a Bologna, anche un pizzico sfortunato fra infortuni e circostanze. Lo ritengo un altro dei capolavori di lettura di Thiago: lo ha letto, visto e ha creduto potesse incidere da centrale, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non so se farà parte della spedizione in Germania: in caso negativo, nessun dramma; se continua cosi vestire l’azzurro sarà solo questione di tempo".
Quanto può pesare l’assenza di Ferguson oggi e in generale sulla volata finale? Vede bene Fabbian come sostituto?
"Ferguson è una pedina tatticamente chiave. incarna il trequartista moderno che abbina smarcamento e qualità negli ultimi 16 metri con corsa, forza e supporto del reparto. Fabbian ha dimostrato di fare benissimo ogni volta che è stato chiamato in causa ma le caratteristiche combaciano solo parzialmente. Quella di Ferguson, con rispetto per tutti i possibili sostituti, è una perdita molto grave".
Che significato avrebbe la Champions per Bologna?
"E’ un pubblico che nella storia ha vissuto momenti difficilissimi, e che parimenti ricorda Baggio, Signori, ma anche il mitico Villa e Pecci. Ecco perchè Bologna merita di vivere il sogno Champions e portare la sua città nel palcoscenico piu importante d’Europa".
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