Riccardo Orsolini è tornato. E’ uomo di alti e bassi, di contraddizioni, il numero 7 rossoblù: è un Orso che si sveglia quando di norma l’orso va in letargo. Ottobre è il suo mese. Nelle ultime due stagioni si è sbloccato sempre il 31 ottobre.
Nelle ultime due annate è sempre andato in doppia cifra alla voce gol, salendo sul podio dei migliori marcatori italiani della serie A. Di più: ha sempre segnato 7 reti tra la fine di ottobre e febbraio. Insomma, autunno e inverno sono le sue stagioni.
E quest’anno non fa eccezione. Ha faticato a ingranare. E Italiano lo ha preso da parte per parlarci. Gli ha pure tolto la fascia da capitano, convinto che fosse una responsabilità che gli pesasse. Non lo ha mai scaricato. Lo ha aspettato. Se Mihajlovic e Motta hanno optato per bastone e carota, titolarità e panchina, il nuovo tecnico gli ha sempre dato spazio.
"Sono periodi che mi sono già capitati", ha detto Orso a Italiano, per spiegare le sue difficoltà iniziali, vissute con il muso: perché senza gol Orsolini sta male.
Se Ndoye sorride e fa prestazioni e assist andando senza gol (che è il suo limite), Orso è il contrario: senza ci sta male. Ma è arrivato. Ed è arrivata la continuità: due reti consecutive con Genoa e Cagliari.
Di più: sempre in partita, oltre ai gol inserimenti, gol sfiorati, falliti, occasione create, sempre nel vivo. E questa volta, lo dicono le date, si è messo avanti con i lavori: 3 reti in 8 gare di campionato: in proiezione, il dato consegnerebbe Orsolini a quota 14 a fine stagione e fin qui le 11 reti della stagione 2022-23 sono il career high. Italiano lo ha aspettato, Orsolini lo ha ripagato. Entrando nella storia. A Cagliari ha segnato la sua cinquantanovesima rete in rossoblù, la ventinovesima in trasferta. Nell’era dei tre punti, iniziata nel 1994, ci è riuscito solo un certo Giuseppe Signori, alias Beppegol, uno che ha giocato una finale mondiale a Usa 94 quando in nazionale c’erano giocatori come Zola e Roberto Baggio, uno che ha vestito la maglia azzurra tra il 92 e il 95 insieme con Del Piero e Ravanelli, solo per citare le stelle dell’attacco. Orso è sempre rimasto ai margini della nazionale: con Mancini e Spalletti. Colpa della mancanza di continuità all’interno delle prestazioni, più che dei numeri e ora del modulo che non prevede esterni d’attacco.
Gli esterni sono il punto di forza del gioco di Italiano e Orsolini va caccia di quella continuità che non ha mai avuto: 3 gol a fine ottobre, non era mai partito così bene. Fino a due settimane fa era tra gli uomini più discussi, ora è il capocannoniere insieme a Castro.
A Lecce serve un altro passo verso la continuità e il ruolo di leader, per dimostrare che a 28 anni c’è ancora spazio per migliorare. Intanto è il miglior marcatore dell’era Saputo, il diciottesimo della storia, a un gol da Fedullo e a 7 da Di Vaio, che punta a superare entro la fine della stagione.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su