La vittoria che sarebbe servita al Bologna per confermare il percorso di crescita dopo Atalanta e Liverpool non è arrivata. Alle prestazioni non sono seguiti i punti e il risultato da agguantare a tutti i costi con il Parma. Mancano quattro punti sulla bilancia rossoblù.
E sebbene a Casteldebole non sia suonato alcun allarme, con la dirigenza che predica calma e tempo urgono punti. Urgono, soprattutto, nervi saldi: perché in arrivo c’è un tour de force fondamentale. Se per ora il percorso conta più della classifica, si avvicina anche il momento in cui si faranno i conti con i punti.
E i risultati che non arrivano rischiano di scaldare gli animi. Una prima dimostrazione la si è avuta già con il Parma. Corre il secondo tempo quando un filtrante non servito da Urbanski a Castro provoca una breve discussione che termina con il gesto dell’indice sulla bocca del polacco rivolto al compagno: come a dire stai zitto. E già nel primo tempo c’erano state chiarimenti tra Beukema e Orsolini relativi a movimenti da fare, tempi e soluzioni di gioco. Nessuno scollamento nel gruppo, sia chiaro, anche perché è passata meno di una settimana dalla gara con l’Atalanta in cui, un Bologna in trincea, festeggiava come un gol ogni intervento, contrasto, chiusura. Sono semplicemente gesti dettati dall’agonismo, che diventa nervosismo e frustrazione quando le cose non vengono, quando trame, movimenti e tempi di gioco non si sposano, quando la stanchezza mentale supera quella fisica o si somma a essa e ti rendi conto di non essere (più) una macchina perfetta, ma una squadra in cerca di identità e gioco che stentano ad arrivare e a trovare continuità.
Cambiato lo spartito, il Bologna ha trovato fin qui solo a sprazzi le note su cui battere e i gol. Per evitare che l’ansia lo divori, servono vittorie e punti. Ora che è cominciato il succedersi delle gare con l’inizio della Champions, il tempo per allenarsi e lavorare sulla transizione tra il passato e il futuro è inferiore: di fatto tra una partita e l’altra, data la necessità di riposo e scarico, Italiano e i rossoblù hanno un allenamento a disposizione più la rifinitura. Non andrà meglio nel prossimo futuro.
Il campionato riprenderà a Genova, contro un Genoa in crisi, il 19 ottobre. Da lì al 10 novembre, in tre settimane, il Bologna sarà atteso da 7 partite: dopo quella con il Grifone, la trasferta di Birmingham il 22, il Milan il 26 al Dall’Ara, Cagliari il 29 in Sardegna, Lecce in casa il 2 novembre, Monaco il 5 sempre al Dall’Ara e Roma all’Olimpico il 10, con 4 viaggi, due consecutivi alla ripresa, a complicare ulteriormente le cose. Servono nervi saldi e ora pure i punti. Una vittoria in 9 gare è bottino magro: urge ritrovarla per ritrovare anche i sorrisi.
Perché il prossimo tour de force dirà se il Bologna, oggi a 5 punti dal quinto posto e a 3 dal settimo che vale la Conference, potrà reggere l’urto di campionato e Champions e lottare per confermarsi tra le pretendenti anche alla prossima Europa.
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