EDOARDO MARTINI
Sport

Oney Tapia, l’incidente e la vittoria sul buio: “I problemi? Sono soluzioni mascherate”

Il campione paralimpico, dopo l'incidente che gli ha causato la perdita della vista, è tornato a vedere la luce grazie al lancio del disco e al getto del peso. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’evento bolognese #CAMPIONIdiVITA

Il campione paralimpico Oney Tapia

Il campione paralimpico Oney Tapia

Ci sono storie che sanno essere più forti di tutto, più forti del buio. E una di queste è sicuramente quella di Oney Tapia, atleta paralimpico italiano, specializzato nel lancio del disco e nel getto del peso. La luce del suo orizzonte è andata via il 25 maggio 2011 quando, mentre era a lavoro, un grosso ramo gli è caduto addosso, proprio all'altezza del viso, facendogli perdere così la vista. Ma quell'incidente per Tapia è stata “una benedizione”. Ha deciso infatti di non abbandonare lo sport. Proprio quello sport a cui deve la sua rinascita e grazie al quale è potuto tornato a “vedere“ un raggio di sole in tutta quell'oscurità. 

Il campione paralimpico Oney Tapia
Il campione paralimpico Oney Tapia

Prima protagonista nel goalball poi soprattutto nell'atletica leggera, dove in poco tempo è diventato l'uomo da battere nel getto del peso e nel lancio del disco. Il suo palmares vanta infatti un oro, un argento e due bronzi alle Paralimpiadi, un oro e un argento ai Mondiali paralimpici e tre ori agli Europei paralimpici. Una bacheca niente male alla quale va sicuramente aggiunta la capacità di spronare coloro che, alla prima difficoltà, si arrendono senza riuscire così a trasformare i problemi in soluzioni. 

Oxana Corso
L'atleta paralimpica insieme a Oney Tapia durante una tappa di #CAMPIONIdiVITA

E proprio di questo ma anche dei valori più importanti della vita umana, come il rispetto delle altre persone e delle loro diversità, dell'inclusione e della capacità di affrontare ogni sfida con determinazione e passione, che Tapia ha parlato all’iniziativa #CAMPIONIdiVITA, l'ultima tappa dell'evento svoltosi a Bologna mercoledì 26 marzo e organizzato dalla società RG in collaborazione con Intesa Sanpaolo Assicurazioni e patrocinata dal Comitato Italiano Paralimpico. Lo stesso atleta, a margine dell'evento, ha deciso di raccontarsi a Luce! lanciando qualche consiglio per chi riceve una diagnosi simile alla sua. 

L'incidente come una “benedizione”

Dopo l'incidente non ha mai mollato. Possiamo affermare che grazie allo sport è tornato a “vedere“ la luce?

“Lo strumento è stato quello. È stato quello che mi ha permesso di tirare fuori il mio talento e la mia foga incanalandola nello sport. Poi ci sono state tantissime altre cose che mi hanno aiutato come ad esempio il canto e il ballo. Anche loro hanno fatto il proprio lavoro da valvola di sfogo per aiutare la parte principale che è lo sport nel percorso giusto. Tutto questo mi ha portato ai risultati di oggi”.

Come è cambiato dopo l'incidente? 

“Sicuramente in positivo perché mi ha permesso di guardare la parte interna. Parte che precedentemente avevo trascurato. Non potendo vedere fuori, dovevo guardare solo me stesso. Io la chiamo benedizione proprio per questo“. 

Il lavoro fatto su se stesso 

La famiglia sicuramente l'ha aiutata a superare l'incidente, ma il primo lavoro credo che debba essere fatto su se stessi. È corretto?

“Sicuramente sì perché abbiamo tante paure. Paura di scoprire cose nuove. Una paura che frena sia il movimento che la libertà. Quindi va bene dire “sì ho paura“, ma devo anche convincermi a lasciarmi andare, ad affrontare questa situazione“. 

Ha un consiglio da dare a chi si rassegna del tutto dopo aver ricevuto una diagnosi simile alla sua?

“Gli direi che i problemi che arrivano sono soluzioni mascherate. Una volta che questi sono arrivati non possiamo chiedergli di andare via. Bisogna affrontarli e conviverci“. 

Mi ha colpito molto il suo libro “Più forte del buio. Niente può fermare i sogni“. Possiamo affermare che è anche il suo motto e come le è venuta quest'idea che può funzionare anche da guida per le altre persone?

“Può funzionare perché una persona che vive nel buio, che si muove nel buio e l'affronta significa già che ha superato questa paura. Una parte ha quindi vinto questo approccio di vivere nel buio. E in questa oscurità si possono fare delle cose meravigliose, è soltanto un blocco psicologico“.  

I prossimi obiettivi 

Quest'anno ha partecipato alle Paralimpiadi di Parigi 2024 vincendo l'oro. Quali sono i suoi prossimi obiettivi?

“Continuare ad allenarmi in maniera tranquilla perché ormai ho vinto tutto quello che c'era da vincere“. 

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