Bologna, 19 maggio 2021 - Taglio del nastro alla mostra delle torce olimpiche. Il PalaDozza è tirato a festa, ci sono, come previsto, l’assessore allo sport del Comune di Bologna, Matteo Lepore, il presidente della Sef Virtus, Cesare Mattei, e il numero uno del Coni Emilia Romagna, Andrea Dondi. La mostra, che in passato è stata a Narni, Reggio Calabria e Matera, è stata concessa dal Coni a Bologna per i festeggiamenti legati ai 150 anni della Sef Virtus. E ovviamente ci sono tanti dirigenti della Sef Virtus: Marcello Scisciolo, Aldo Maria Beretta, Luciano Garulli, Antonio Pallone, Massimo Maccaferri e Davide Grilli. C’è anche Dino Costa che lavorò nella Virtus basket dell’avvocato Porelli. E ci sono anche Marco Bonamico, due volte ai Giochi (Mosca 1980 e Los Angeles 1984) con il leggendario argento russo e Marco Orsi (Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016). C’è il giovane Matteo Neri, 22 anni, che volerà ai Giochi nella sciabola e c’è Luca Corsolini che, come curatore di Virtus 150, racconta le storie legate alle Olimpiadi e alle fiaccole, a partire dall’edizione del 1936, con il primo oro conquistato da un’italiana, Ondina Valla che era nata nel 1916 a Santa Viola, un quartiere di Bologna (e della quale domani cadranno i 105 dalla nascita per quello che la Sef ha ribattezzato “Ondina-Day”).
E di Giochi parla l’assessore Matteo Lepore che, come candidato sindaco, rilancia l’asse con Firenze. “Ho incontrato in questi giorni con il sindaco di Firenze Nardella. Bologna e Firenze vogliono portare avanti la loro candidatura per i Giochi del 2036. Bologna sarà una grande città di sport. Vogliamo portare il Tour de France nel 2024 con tutto l’indotto. In questi anni abbiamo lavorato tanto per lo sport mettendo a bilancio 21 milioni di euro che sono serviti per gli impianti sportivi di base, dall’atletica al rugby alla ginnastica. Il mio impegno, anche pensando ai Giochi 2036, è quello di portare gli investimenti per lo sport a 42 milioni. Che uniti ai 40 che abbiamo già fissato per il Dall’Ara, portano il tutto a oltre 80. Stiamo riqualificando il l PalaDozza e continuiamo a farlo con il Mubit, il museo del basket. Vogliamo rendere l’impianto e la zona fruibile sette giorni su sette. Così come il Dall’Ara e la zona di via Andrea Costa. Con la Torre di Maratona, il museo del Bologna. Investimenti per trasformare Bologna in una città internazionale anche dal punto di vista dello sport”.
Il problema con i Giochi spesso sono legati ai lavori e all’impatto sul territorio, come nel caso del Villaggio Olimpico. “Intanto ragiono come città metropolitana, che arriva non solo a Imola, ma anche a Modena. Con l’alta velocità Bologna è facilmente raggiungibile da almeno 22 milioni di italiani. Poi il territorio è ampio e vorremmo coinvolgere anche altre realtà pensando allo stadio Olimpico di Roma per l’apertura dei Giochi”.
Intanto, a proposito di Giochi e di Coni, il 6 giugno, in occasione della Giornata dello Sport Nazionale, proprio le Due Torri potrebbero ricevere la visita del numero uno del Comitato olimpico, Giovanni Malagò.