MARCELLO GIORDANO
Sport

Meno gol, meno punti e la stagione corre. Com’è dura la traduzione da Thiago a Italiano

Il tecnico ha ereditato un Bologna diverso da quello di Motta e i nuovi fin qui non hanno inciso. Una parte di tifoseria mugugna

Vincenzo Italiano, 46 anni: in nove partite sulla panchina del Bologna ha ottenuto una vittoria, due sconfitte e sei pareggi, l’ultimo con il Parma (Ansa)

Vincenzo Italiano, 46 anni: in nove partite sulla panchina del Bologna ha ottenuto una vittoria, due sconfitte e sei pareggi, l’ultimo con il Parma (Ansa)

Bologna, 8 ottobre 2024 – Da Casteldebole predicano calma e sangue freddo. La fase di transizione da Motta a Italiano non è terminata, come pure quella relativa all’abitudine di giocare ogni tre giorni. Il pari con il Parma non è certo il risultato sperato, ma al quartier generale rossoblù non è suonato l’allarme, anche perché in fondo un anno fa, di questi tempi, dopo sette giornate, il Bologna aveva ‘solo’ due punti in più. Ma ne avrebbe macinati 8 nelle successive quattro gare di campionato contro Inter, Frosinone, Sassuolo e Lazio. Ergo rimettersi in pari non sarà semplice, contro Genoa, Milan, Cagliari e Lecce, con in mezzo e a seguire Aston Villa e Monaco, per iniziare a definire le sorti europee.

Il problema è che con l’Europa le risorse psicofisiche calano e i tempi si accorciano. Il Bologna ha sempre atteso dieci giornate per un primo bilancio interno. E così pare orientato a fare. Ma di gare se ne sono già giocate nove: una vittoria (a Monza), due sconfitte (Napoli e Liverpool) e sei pareggi (Udinese, Empoli, Como, Shakhtar, Atalanta e Parma), l’ultimo in superiorità numerica per un tempo. Bilancio: 7 gol fatti, 11 gol subiti. La fase offensiva è un problema ed è quella che i rossoblù rimarcano maggiormente. Ma pure quella difensiva ha avuto le sue battute a vuoto. Ma soprattutto, calendario alla mano, i rossoblù hanno già sprecato diverse buone occasioni con formazioni che sulla carta dovrebbero terminare tra il centro e il lato destro della classifica. Castro è in ascesa, ma di fatto non si vede apporto di rilievo dai volti nuovi del mercato (Dallinga in testa), chi cercava rilancio (Karlsson) è rimasto fermo al capolinea e dopo nove partite Italiano si è affidato per lo più alla vecchia guardia, compresi uomini come Lykogiannis, Moro, che lo scorso anno non è che fossero proprio dei titolari inamovibili. Con loro pure un Orsolini in crisi.

Così, se gran parte della tifoseria sostiene la teoria della pazienza, c’è chi la pazienza la sta perdendo: tanto è vero che dopo la mancata vittoria col Parma al Dall’Ara non sono passati inosservati i fischi di parte della tifoseria, dopo la fine della gara. Fischi che hanno diverse ragioni che non affondano solo nel pari con i ducali. "Festeggiamo una sconfitta onorevole con il Liverpool, si vive l’Europa come una festa o una gita e si perde terreno in campionato dimenticando che l’obiettivo annunciato è riconfermarsi, mentre pare che si possa vivere di rendita per i risultati del passato", è il messaggio filtrato tra radio e social da diversi tifosi, che accusano il Bologna di tanto fumo (buone prestazioni con Monza, Atalanta e Liverpool) e poco arrosto (punti in Champions e soprattutto in campionato). Insomma, non c’è ancora spaccatura, ma filtrano i primi dubbi sulla consistenza del nuovo Bologna, chiamato a spazzare via le nubi dopo la sosta nel prossimo tour de force.

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