MASSIMO VITALI
Sport

L’uomo in più: il terzino svedese ha faticato molto prima di sbocciare. Ora Italiano se lo gode. Holm è arrivato con il freddo. Dai musi lunghi al gol di San Siro

Chi frequenta le segrete stanze di Casteldebole giura che è raro trovare un ‘mattacchione’ incline alle burle di spogliatoio come...

Emil Holm, primo gol con il Bologna

Emil Holm, primo gol con il Bologna

Chi frequenta le segrete stanze di Casteldebole giura che è raro trovare un ‘mattacchione’ incline alle burle di spogliatoio come Emil Holm. Più unico che raro se il soggetto in questione ha i natali in Svezia, e precisamente a Goteborg, forgiato alla scuola dell’Ifk, il club che negli anni ‘90 fu il trampolino di lancio verso il calcio italiano (e i colori rossoblù) di due svedesi illustri come Kennet Andersson e Klas Ingesson. Emil insomma se la ride.

Specie adesso che a Casteldebole ha cambiato status, passando da oggetto più o meno misterioso a titolare fisso della fascia destra, cosa che è avvenuta nell’ultimo mese e mezzo, quando con la continuità di impiego è arrivato anche l’atteso suo primo gol. E che gol: il sigillo del 2-2 nella tana dell’Inter. Holm è a tutti gli effetti lo svedese venuto ‘col’ freddo, ovvero a partire da dicembre, quando Italiano ha cominciato a incollargli una maglia da titolare dietro l’altra, polverizzando la concorrenza di De Silvestri e, cosa fino a due mesi fa impensabile, perfino quella del fu inamovibile Posch. Proprio un guaio fisico di De Silvestri ha spalancato al classe 2000 le porte della corsia destra della difesa al minuto 50 della gara casalinga col Venezia, lo scorso 30 novembre. Da quel giorno Emil il Gaudente, che fin lì aveva conosciuto una sola volta la titolarità (il 6 ottobre in casa col Parma), non è più uscito di squadra: 6 gare da titolare di fila in campionato, una in Champions col Benfica e una in Coppa Italia col Monza.

Polmoni d’acciaio, leve da cavallone, attitudine al sacrificio e alla duttilità che hanno permesso a Italiano di impiegarlo anche per un paio di volte a sinistra (è successo in Champions col Benfica e in campionato con la Fiorentina), più lo spirito da resiliente della Tundra tipico dell’Alce, che è il nomignolo che gli hanno affibbiato in patria.

Tutto bellissimo oggi: ma forse non sono state sempre rose e fiori. Lo ha rivelato lo stesso Italiano mercoledì notte nel dopogara del Meazza: "Quando Emil non giocava era arrivato ad avere un muso così lungo che quasi toccava terra". In realtà con i compagni non ha mai smesso di essere il burlone che è sempre stato, primato che a Casteldebole contende a Orsolini, un veterano in fatto di scherzi e risate contagiose.. Emil se la ride e con lui il Bologna che a giugno lo ha pagato 7,5 milioni allo Spezia. Ma allora faceva caldissimo e toccava aspettare il clima giusto per celebrare lo svedese venuto ‘col’ freddo.

Massimo Vitali

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