MASSIMO VITALI
Sport

L’uomo in più. Gol da rapace d’area. Finalmente Dallinga

Quella al Borussia è la sua terza rete nelle ultime sei partite. Thijs si è sbloccato: il fiuto è tornato quello dei giorni migliori.

Thijs Dallinga, 24 anni: in gol al Borussia (Schicchi)

Thijs Dallinga, 24 anni: in gol al Borussia (Schicchi)

Forse è valso il gioco della candela consumarsi per quattro mesi nell’affannosa ricerca di se stesso, circondato dal cicaleccio, mai benevolo, che accompagna ogni inizio di avventura stentato, per poi vivere 32 minuti da sogno come quelli che Thijs Dallinga ha vissuto martedì notte al Dall’Ara. Timbrare il cartellino del gol nella notte in cui il Bologna conquista la sua prima storica vittoria in Champions resterà scolpito nell’album dei ricordi. E gli ha fatto guadagnare la tessera di socio di un club per pochissimi eletti. Sessantuno anni fa a firmare l’ultima (e fino a martedì unica) vittoria dei rossoblù nell’allora Coppa dei Campioni furono Pascutti e Nielsen nel 2-1 che piegò l’Anderlecht al Comunale il 7 ottobre 1964. Martedì è toccato a Dallinga e Iling-Junior e chissà che, almeno per il classe 2000 di Groningen, non sia l’inizio di un altro film. Palla messa nello spazio da Odgaard e Dallinga che quello spazio lo va a occupare con la rapacità e il fiuto del gol dell’attaccante di razza. Se uno andasse a rivedersi i video dei gol che Thijs ha segnato tra Olanda e Francia rivedrebbe esattamente quel tipo di giocata. Non è dato sapere chi fosse l’allenatore olandese che aveva raccontato a Dallinga la storiella del tubetto del ketchup, ma è un dato di fatto che dopo che si è sbloccato il tappo i gol sono arrivati copiosi. Dallinga ha rotto il ghiaccio il 21 dicembre a Torino, si è ripetuto il 12 gennaio al Dall’Ara con la Roma e ha calato il tris martedì col Borussia. Fanno 3 gol nelle ultime 6 partite giocate, peraltro solo una delle quali (Roma) coi galloni da titolare. Forse sono stati proprio quei gradi invisibili a zavorrargli la lunga rincorsa al Dallinga vero.

Giusto sei mesi fa, il 23 luglio, Thjis sbarcava nel ritiro di Valles col carico dei 15 milioni (più 3 di potenziali bonus) pagati al Tolosa. Tradotto: da ‘nove’ designato. Lo scoglio della lingua, l’impatto col calcio italiano, l’esplosione di Castro: mettendo in fila le cose si colgono le ragioni per cui Thjis per quattro mesi ha fatto più o meno scena muta. Ma c’è un altro elemento chiave da tenere in considerazione: la sua disabitudine alla panchina. Tra Excelsior e Tolosa nelle ultime tre stagioni Dallinga ha sempre fatto il titolarissimo. Perdere la certezza del posto fisso e doversi far largo a suon di comparsate (da agosto le maglie da titolare sono state 4 in Champions e 2 in campionato) ha minato la sua serenità. Ma poi c’è una notte in cui si entra nella storia. Grazie, forse, a un tubetto di ketchup.

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