di Marcello Giordano
Thiago Motta ritrova il ministro della difesa: Jhon Lucumì. La squalifica è stata scontata, il colombiano è pronto a tornare protagonista, ruolo a cui è abituato.
D’altronde, con i suoi 1.551 minuti giocati, è il calciatore di movimento più impiegato tra i rossoblù, nonché il secondo dopo Lukasz Skorupski, e i minuti salgono a 1.595, considerando il secondo tempo disputato in Coppa Italia con la Lazio. E’ arrivato in estate dal Genk, campionato belga, per 8,5 milioni e lo ha fatto per prendere le redini del reparto arretrato, dopo la cessione di Theate al Rennes.
E con o senza di lui, le cose dietro cambiano, nonostante il colombiano dia l’impressione di avere ancora margini di miglioramento. Perché supera il metro e novanta, e nonostante stazza e chili di muscoli è capace di prodursi in picchi di velocità intorno ai 33-34 chilometri orari.
Ha saltato solo tre sfide: la prima di campionato con il Verona, perché appena arrivato e il Bologna pagò dazio sul gioco aereo incassando il pari di Henry, la sfida con la Juventus (3-0 per i bianconeri) e quella con il Monza.
Insomma, senza di lui è andata tutt’altro che bene, per conferme basti vedere pure la sfida di San Siro con l’Inter, con i rossoblù crollati nel secondo tempo, quando Motta tolse il colombiano ammonito, mentre in Coppa Italia in casa della Lazio il Bologna ha subito l’1-0 nel primo tempo, rimanendo imbattuto nel secondo, dopo l’ingresso del centrale.
Con o senza Lucumì cambia. Per conferme chiedere pure a Sosa, protagonista di una buona partita a Firenze, e di errori contro Inter, Monza e Juventus, quando al suo fianco non aveva il colosso di Santiago de Cali. E’ lui che guida la difesa e in assenza di Soumaoro e Bonifazi Motta è pronto a non farsi scrupoli a schierare due mancini (lui e Sosa) al centro, soluzione che normalmente gli allenatori evitano.
Non Motta, anche perché non potrà fare diversamente, se vorrà ridare al suo Bologna un assetto simile a quello dell’ultima striscia vincente, restituendo Posch al ruolo di terzino destro e puntando su uno tra Cambiaso, Lykogiannis e Kyriakopoulos sulla fascia sinistra di difesa.
Perché se è vero che Sosa, contro il Monza, si è fatto portare a spasso da Petagna in occasione del gol dei brianzoli, lo è altrettanto che l’uruguaiano è andato a prendere Petagna in una porzione di campo in cui ci sarebbe dovuto essere Posch, che aveva ritrovato il ruolo di centrale a distanza di quasi cinque mesi dall’ultima volta (correva il 17 settembre, contro l’Empoli) e può quindi aver pagato la mancanza di abitudine al vecchio ruolo.
D’altronde, Posch, si è rivelata una delle mosse a sorpresa e vincenti di Thiago, che da terzino destro ha scoperto un’arma letale, con l’austriaco che ha segnato 4 reti, tutte decisive, delle quali una segnata su azione (con il Torino) e le altre (con Udinese, Spezia e Fiorentina) da sviluppi di palle inattiva, garantendo tra l’altro l’adeguata copertura per consentire a Orsolini di scatenarsi in fase offensiva.
Torna Lucumì. E con lui il Bologna confida di ritrovare la solidità necessaria per andare a imporsi a Genova.