La passione per il teatro, i libri e il buon vino. L’eloquio forbito di chi ha insegnato per due volte all’Università. Ma anche solidi concetti di calcio che dal giorno del divorzio col Bologna (maggio 2018) lo hanno fatto accomodare su tre panchine di A: Udinese, Spezia e adesso Lecce. Quando siedi sulla panchina di una squadra che lotta per salvarsi il primo obiettivo è quello di tenersela stretta. Da questo punto di vista Luca Gotti martedì sera ha tirato un bel sospiro di sollievo quando il Var, dopo aver annullato per tre volte il gol a Dorgu, all’ultimo tentativo è tornato sui suoi passi convalidando il gol del nazionale danese che è valso i tre punti strappati al Verona, passo importante, per l’appunto, sulla strada della salvezza.
Del resto Luca Gotti di strada ne ha fatto da quando, negli anni bolognesi, era il vice, nonché l’anima tattica, di Roberto Donadoni. Tre stagioni in A sulla panchina dell’Udinese, una allo Spezia e dallo scorso marzo l’avventura al Lecce.
Mai nulla di facile, se è vero che in queste cinque stagioni ci sono stati due esoneri e altrettanti subentri. Ma il cinquantasettenne di Adria (Rovigo) è ancora lì, ancorato a quella serie A che Donadoni gli aveva fatto vedere solo, per l’appunto, dalla panchina: mai da allenatore in capo. A primavera in Salento è subentrato a D’Aversa, dopo la brutta storia della testata di quest’ultimo a Henry. A maggio ha portato il vascello di Pantaleo Corvino, altro ex rossoblù del faccia a faccia di sabato, nel porto della salvezza meritandosi la riconferma perfino in modo avventuroso.
A giugno lui e Corvino dormivano nello stesso hotel di Vittorio Veneto, ospiti di un evento, quando nella struttura è scoppiato un incendio. E’ stato Gotti ad accorgersene per primo bussando vigorosamente alla porta del suo diesse che in quel momento stava dormendo. Salvezza del Lecce, salvezza dalle potenziali fiamme del suo diesse e rinnovo di contratto fino al 2026. Poi un calendario terribile che nelle prime dieci giornate gli ha messo di fronte Inter, Milan, Napoli, Atalanta, Fiorentina (che gli ha rifilato 6 gol, facendone traballare la panchina) e Torino. Ecco perché gli 8 punti in classifica con cui sabato si presenterà al Dall’Ara sono un gruzzolo più che apprezzabile.
Massimo Vitali
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