Che ci sia un problema di uniformità arbitrale è un dato di fatto. Che il Bologna debba combattere la cultura dell’alibi e pensare a fare al meglio quanto gli compete e a imparare dai propri errori pure. Obiettivo non compromettere la rincorsa all’Europa.
Con Verona e Roma le proteste rossoblù sul campo sono state vibranti. Ma con Verona e Roma è altrettanto vero che il Bologna ha gettato alle ortiche punti pesanti: due, contro i giallorossi, per il rigore sanzionato per il fallo di mano di Lucumi, uno con il Verona, per l’autorete di Castro, al termine di una gara che la squadra di Italiano aveva ‘rischiato’ di vincere in inferiorità numerica. A tal proposito pesa pure l’espulsione di Pobega: potevano essere sei, o quanto meno 4, ne è arrivato uno soltanto in giornate in cui davanti hanno frenato quasi tutte.
Pesano i punti persi e pesano i finali: gol all’ultimo respiro subiti contro Verona e Roma. Ma non è la prima volta. E’ una costante che si ripete, come quella delle rimonte subite. A inizio stagione, il problema era il calo di tensione negli attimi seguenti ai gol segnati: come contro Udinese ed Empoli. La gara con l’Atalanta e il pari subito al 90’ da Samardzic ha poi inaugurato la sagra delle occasioni mancate all’ultimo secondo. E’ accaduto a Genova, quando i rossoblù, avanti 2-0, hanno subito due reti nell’ultimo quarto d’ora, l’ultima a cinque minuti dalla fine, pagando a caro prezzo la doppietta di Pinamonti. Stesso copione in casa della Juventus: Bologna avanti 2-0, con Ndoye e Pobega, ma recuperato all’ultimo istante utile da Mbangula, con contropiede subito su palla persa.
Infine Verona e Roma. Fanno un totale di 7 punti gettati alle ortiche negli ultimi 5 minuti, che aggiunti ai 29 meritatamente in carniere farebbe 36: ovvero quarto posto a pari punti con la Lazio, con due partite in meno, il che la dice lunga sulle potenzialità dei rossoblù. Ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo i cali di tensioni, gli ultimi minuti e le rimonte subite. Perché se si considerano pure i punti gettati alle ortiche con Udinese e Empoli (senza considerare lo 0-0 casalingo con il Parma con un tempo in superiorità numerica, ma senza riuscire a pungere) i rimpianti crescono a quota 11 (punti).
Da qui le parole di ieri del neo consigliere di Lega Fenucci, che lascia intendere che qualcosa in chiave arbitraggi vada registrato, e pure di Italiano nel dopo partita con la Roma, seppur dopo vibranti e plateali proteste a fine gara.
Il Bologna, insomma, si è fatto sentire. Ma meglio evitare alibi e pensare ai margini di crescita di un Bologna che ha sprecato occasioni tanto con il Verona quanto con la Roma, per vincere la partita o chiudere la gara.
Le grandi squadre sono tali quando dimostrano di saper essere più forti anche di qualche episodio avverso, come i rossoblù sono stati capaci di essere nella scorsa stagione.
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