La felicità di Musolesi. "Le Olimpiadi e Parigi?. Un parco divertimenti. Ma faremo il massimo»

E’ uno dei debuttanti anche se, per il momento, non tradisce particolari emozioni. Eppure Federico Musolesi – bolognese, nato il 17 ottobre 1998 – è una delle speranze azzurre per Parigi 2024. Federico, che gareggia con i colori del centro sportivo Aeronautica (doppio tesseramento, per lui, cresciuto nel Castenaso Archery Team), potrebbe salire sul podio nella prova a squadre di tiro con l’arco.

Federico, da cosa cominciamo?

"Dalla gioia che mi porto ancora dentro".

Per il pass olimpico?

"Appunto. Gli Europei di Essen sono stati un momento speciale. Nonostante abbia girato il mondo".

Non solo prova a squadre, però.

"No, ci sarà anche l’individuale. E, teoricamente, per l’azzurro meglio classificato, anche il mixed team".

Lei e…

"Io, Alessandro Paoli, che è più giovane e di me e il nostro Mauro Nespoli che credo sia alla quinta olimpiade".

Dovrà seguire Mauro come un’ombra

"E ci credo. Mauro ha vinto l’oro a squadre a Londra, l’argento a Pechino, sempre a squadre. E a Tokyo, nell’individuale, ha vinto l’argento. Mauro è una leggenda. C’è solo da imparare da uno come lui".

Quando partite?

"Direi il 22".

Quando si comincia?

"Il 27 con gli scontri diretti, il 29 la prova a squadre. Essere in gara fino al 4 agosto sarebbe fantastico".

Motivo?

"Significherebbe finale".

Cerimonia di inaugurazione?

"Ci sono, è chiaro. Credo che sia una sorta di parco giochi. Voglio vedere da vicino questo parco. Poi mi incuriosisce il Villaggio Olimpico. E poi devo confessare una cosa".

La dica.

"In valigia metterò un quadernetto".

Diario del giorno?

"Macché, cacciatore di autografi. Sai mai che a pranzo mi trovi davanti a qualche stella".

Gli assi della Nba?

"Ci saranno stelle di ogni sport. Penso al nostro Sinner. Vorrei davvero che Jannik portasse a casa l’oro".

A proposito di medaglie…

"Lo so, non andiamo a Parigi solo per partecipare. Ma da qui alla medaglia ce ne passa. Ci sono gli avversari, ci sono tante incognite. Credo che sia fondamentale lasciare Parigi, poi, senza avere l’amaro in bocca".

Tradotto?

"Aver fatto il massimo. In tutti questi anni abbiamo lavorato per questo".

Un lavoro che parte da Tokyo.

"In realtà da molto prima. Anche perché sono andato molto vicino a essere presente anche in Giappone. Sarebbe stato l’Olimpiade dell’incoscienza. Questa invece è quella della maturità".

Emozionato?

"Al momento no".

Chi ci sarà a Parigi?

"Credo tanti nostri sostenitori".

La famiglia?

"Sì, ci saranno papà Graziano, mamma Manuela e mia sorella Francesca che è più giovane di cinque anni".

E dopo l’arco a casa.

"Veramente rimango qualche giorno".

Per fare che?

"Diciamo che la ginnastica ritmica mi interessa molto".

Motivo?

"C’è un legame con una farfalla, credo non sia un segreto per nessuno. Farò il tifo per lei".

Ma chi è?

"Daniela Mogurean. Tra i due è lei la più forte. Poi, davvero, anche nei giorni in cui sarò impegnato, vorrei godermi i Giochi anche come semplice spettatore".

Cosa le piacerebbe vedere?

"Il basket, il tennis, e qui torno a Sinner, che deve vincere. Qualsiasi cosa. Sarà come un parco giochi".

Ringraziamenti?

"Mah, credo prima di tutto alla mia famiglia. Al gruppo sportivo dell’Aeronautica, del quale faccio parte con orgoglio. Poi, tutto sommato, anche a me stesso. Ho avuto la testa per tirare avanti".

E fare sacrifici.

"Esatto: tutti i giorni 2-300 frecce. Tanto allenamento, tanto lavoro".

Arco e frecce: non è che la fermano alla dogana?

"Non è mai successo, al massimo non è mi arrivato l’arco. Come è accaduto dopo una prova in Turchia".

Le gare con l’arco a Parigi, le esibizioni delle farfalle da spettatore. E poi?

"Poi credo che mi aspetti una meritata vacanza. Ma prima di tutto ci sono i Giochi, il mio esordio ufficiale alle Olimpiadi. Voglio godere di ogni momento".

E dopo?

"Il futuro è già scritto".

Ovvero?

"Sono un atleta, sono un ragazzo nel giro della Nazionale. Dopo Parigi 2024 si cominceranno a fare i piani per Los Angeles 2028. Sono talmente sicuro mi piaceranno queste olimpiadi che ho già voglia di qualificarmi per una seconda".

E a uno ‘armato’ di arco e frecce bisogna credere. Sempre.