Una cosa non è cambiata in questa fase di transizione tra il Bologna di Motta e quello di Vincenzo Italiano: Jesper Karlsson resta ai margini. E ora pure fuori dalla lista Champions. Lo svedese era arrivato con un carico di attese elevatissimo l’estate scorsa, strappato alla corte della Lazio prima e della Fiorentina poi.
Circa 20 milioni, la richiesta dell’Az Alkmaar iniziale: lo svedese approdò a Casteldebole poi per 11 milioni più il 40 per cento sulla futura rivendita, dettaglio che ha avuto un peso nella scelta estivo di tentarne il rilancio e che oggi complica eventuali piani di cessione futura.
Arrivato dopo una stagione da 13 reti e 8 assist tra Eredivisie, Coppa nazionale e Conference League, numeri che gli erano valsi un posto da protagonista in nazionale e la 10 rossoblù, con l’intento di interrompere la maledizione legata a quel numero, che dai tempi di Baggio, Signori e Ramirez, senza dimenticare Locatelli, Bombardini e Gilardino ha portato male a chi l’ha indossata.
Ha perso tutto, Karlsson: e ora o risorge o l’investimento sarà da dichiarare definitivamente fallito. Da qui a gennaio il responso, a lui il compito di dare una svolta. Cinque partite filate un anno fa e poi panchina, un infortunio al legamento collaterale del ginocchio e una distorsione alla caviglia. Quattro mesi in infermeria a fronte di un Bologna che volava. Impossibile ritrovare posto e toglierlo ai vari Saelemaekers, Ndoye, Orsolini, Urbanski.
Ha avuto il sostegno della società, che ha invocato spazio. Quello di parte della tifoseria organizzata, che espose uno striscione per lui nel 4-0 con il Lecce, dal sapore di messaggio per l’ex allenatore. Niente da fare. E’ poi arrivato Italiano: "Ha grande voglia di rifarsi, ne avrà la possibilità", disse nelle prime settimane. Ma la musica è presto cambiata.
Nuovo infortunio alla caviglia e poi un risentimento muscolare alla vigilia di Maiorca, ultima amichevole prima dell’inizio delle gare ufficiali. E nuove panchine, a cui sono seguiti messaggi chiari: "Mi aspetto di più".
Si aspettava altro pure lui, che non ha nascosto il mal contento per l’esclusione dalla lista Uefa. Il Bologna gliel’aveva comunicata lunedì sera: non a caso la comunicazione ufficialità della lista il club l’ha comunicata il giorno successivo solo alle 21, 24 ore dopo, segno in quelle ore ci sono stati dialoghi e discussioni che non hanno portato a un cambio di decisione.
Dentro Iling, fuori lo svedese, che fino a gennaio avrà l’occasione di dare segnali di riscatto solo in campionato. O Karlsson si mette in discussione e si rialza ora, o risulterà un investimento sbagliato. Ma l’addio sarà complicato. A fronte del 40 per cento sulla futura rivendita, il Bologna avrebbe bisogno di venderlo a non meno di 15 milioni, per riprendere gli 11 investiti.
E anche considerando che un anno di investimento è stato ammortizzato a bilancio per 2,2 milioni, ne servirebbero comunque 12,8. Più probabile un prestito. Ammesso e non concesso che l’esclusione non faccia scattare nello svedese quella molla che fin qui non si è mai caricata, perché ora il numero 10 è spalle al muro.
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