VALLES (Bolzano)
Gli fanno notare subito che assomiglia a un giovane Matt Damon e lui reagisce un po’ sorpreso. "E’ la prima volta che me lo dicono". Ma a Thijs Dallinga nessuno chiederà di fare cinema. Sarebbe già un successone se facesse la metà di quanto fatto da un certo Zirkzee. "In Italia si sono fatti valere tanti straordinari giocatori olandesi, compreso Joshua: credo di potercela fare anche io". Ventiquattro anni ancora da compiere (il 3 agosto) e il numero 24 sulle spalle ("il 9 l’aveva già preso Santi Castro, è stato più veloce"). Ma soprattutto sulle spalle, Thijs, porta il paragone con il suo predecessore. "Non ho parlato con Joshua prima di arrivare qui, ma lo conosco bene: abbiamo giocato insieme nelle nazionali giovanili". Il biglietto da visita è di quelli con la patina gold: 37 gol in 86 partite con il Tolosa da cui il Bologna lo ha prelevato per 15 milioni più 2 di bonus e il 10 percento sulla futura rivendita.
"L’abbiamo seguito per molto tempo, c’erano tante squadre su di lui, ma Thijs è voluto venire da noi", rivendica orgoglioso Fenucci aprendo la presentazione. Il diretto interessato spiega perché proprio Bologna: "La serie A è un grande campionato con una grande storia: è una grande opportunità per me potermi misurare qui e anche in Champions ovviamente, il massimo per un calciatore". Ma a raccontare meglio di tutti la sua ambizione è la risposta alla domanda sui suoi idoli: "Luis Suarez e Zlatan Ibrahimovic, due giocatori che hanno fatto una carriera grandissima". Quella di Dallinga è ancora all’alba. Sotto il sole di Valles qualche spunto interessante si è già visto: "Mi piace trovarmi in area, mi piace essere pericoloso, ma anche giocare con i compagni. Qui in rossoblù ho trovato tanti giocatori di qualità e di esperienza, il livello generale è molto alto. Ma non sono sorpreso perchè sono in una grande squadra".
Forse sarà rimasto un po’ sorpreso, invece, quando al termine dell’allenamento di ieri pomeriggio, mentre tutti guadagnavano stremati la porta degli spogliatoi, Italiano lo ha fermato: tu resti qui con me, Thijs, gli ha detto l’allenatore. E così l’olandesino è rimasto in campo per provare movimenti: ricezione, smarcamento, ma soprattutto tiri in porta. "Move in the box", gli aveva gridato il tecnico al mattino. Vai dentro l’area. Per fare gol, mica del cinema.
Gianmarco Marchini
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