Se il popolo Dall’Ara potesse parlare con uno striscione domani sera lo scriverebbe a caratteri cubitali: bentornato Alexis, il ‘Saele’ della Champions. Alexis Saelemaekers ha dimostrato con i fatti che si può scrivere una pagina indelebile nella storia di un club e poi lasciarsi con gratitudine e, anzi, con un pizzico di rimpianto. Certo, a differenza che con Thiago Motta, il destino rossoblù di Saelemaekers a giugno era quasi tutto nelle mani del Bologna. Sarebbe bastato esercitare il diritto di riscatto col Milan fissato a 10 milioni e il tuttofare belga, l’uomo che a primavera aveva messo il turbo rivelandosi decisivo nelle sfide vinte per conquistare il posto in Champions, sarebbe diventato interamente rossoblù. Così non è stato.
"Saelemaekers non è stato riscattato per motivi economici", disse con appezzabile franchezza Giovanni Sartori, annunciando un mercato estivo in cui le ambizioni da Champions non avrebbero sconfinato dal rigido perimetro dei paletti di bilancio. E così Alexis, dopo aver salutato a fine giugno i bolognesi con un’invisibile lacrimuccia ("Cari amici vi scrivo... oggi purtroppo è il momento di salutarci ma un pezzo del mio cuore rimarrà sempre con voi"), a luglio è tornato al Milan, alle dipendenze di Fonseca, salvo poi salutare i rossoneri al penultimo giorno di mercato quando, nell’ambito dello scambio di prestiti con Abraham, è diventato un calciatore della Roma.
Nella capitale la frattura del malleolo lo ha tenuto fuori per più di due mesi ma quando ‘Saele’ a dicembre è tornato ha subito lasciato il segno. Con lui titolare Caudio Ranieri ha raccolto 10 punti in 5 partite. Al bottino ricco della Roma il classe ‘99 belga ha offerto in altrettanto ricco contributo di 3 gol e 2 assist, in aggiunta all’attitudine, già felicemente sperimentata in rossoblù, di sapersi calare in più ruoli: esterno a tutto campo, suggeritore di Dovbyk, forse perfino magazziniere aggiunto. Qui non è rimasto perché a giugno, anche per via del suo corposo ingaggio, si preferì investire i 10 milioni per l’acquisto di Nicolò Cambiaghi, a cui la iella, in forma di grave infortunio, fin qui ha impedito di dimostrare che il cambio di rotta fu saggio. Resta il fatto che ‘Saele’ a primavera fu il propellente decisivo per sprintare verso il posto in Champions, segnando anche gol pesantissimi, come quello che il 22 aprile all’Olimpico mise la ciliegina sul 3-1 con la Roma all’Olimpico. Il suo congedo col Dall’Ara è stato mesto, per non dire funesto: l’ultima mezzora con la Juve, il 20 maggio, con i bianconeri che rimontarono tre gol e lui nei panni improbabili di ‘falso nueve’. Eppure il nuovo pilastro della Roma per Bologna resterà sempre un amico.
Massimo Vitali
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