Giuseppe
Tassi
Dopo l’amara sconfitta con il Monaco, la terza in Champions League, cresce a Bologna il partito degli insoddisfatti. Ma se fino a qualche settimana fa il bersaglio delle critiche era Vincenzo Italiano, oggi il mirino si sposta sulla società, colpevole secondo molti di non aver offerto al tecnico un organico adeguato a una sfida così ambiziosa.
E se in campionato due vittorie di fila hanno rimesso in sesto la classifica, nella dimensione europea la squadra sembra ancora troppo distante da avversari che abbinano alta qualità tecnica e velocità .
Eppure questo resta un Bologna solido, ben strutturato e capace di governare il gioco per larghe fette di partita. Mancano però due componenti essenziali: un ritmo più incalzante per liberare uomini al tiro e un attaccante di peso da affiancare a Castro.
Santi e la sua garra hanno bisogno di rifornimenti costanti per produrre tiri verso la porta avversaria e il gol al Monaco (viziato da fuorigioco ) dimostra una volta in più che Castro è un attaccante di valore, uno che ha il gol nelle pelle. Tocca a Italiano velocizzare gli schemi di gioco e tocca alla società trovare il partner migliore per l’argentino dal piglio fiero.
Per questo la prospettiva del mercato di gennaio va esplorata fino in fondo. Un anno fa nelle sessione invernale arrivarono Castro e Odgaard (da confermare in questo Bologna). Adesso è il momento di correggere in corsa qualche errore di valutazione in cui anche i migliori possono incorrere. La strategia passa proprio da Karlsson e Dallinga, investimenti importanti del Bologna ed entrambi deludenti. Credo che Sartori sia in grado di mettere in piedi un’architettura di mercato che trovi alla coppia dei delusi rossoblù una nuova destinazione (anche in prestito), offrendo così al Bologna l’opportunità di portare a casa un centravanti capace di alzare in modo importante le quotazioni della squadra.
Non alludo al romantico e costoso sogno di riavere Zirkzee, ma un tipo alla Ioannidis si può trovare anche al mercato di gennaio.
Serve solo la determinazione di crescere e la forza di un’idea per cambiare volto al Bologna: in campionato e in Europa.
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