GIANMARCO MARCHINI
Sport

Il Bologna col vento in Coppa. Vola ai quarti con un poker al Monza. Ma nel mirino c’è già la sfida a Motta

Apre Pobega, poi Orsolini, Dominguez e Castro affossano Nesta: Italiano sfiderà una tra Atalanta e Cesena. La testa va subito al big match di sabato in casa della Juve: cori contro Thiago da una parte della Bulgarelli.

Vola ai quarti con un poker al Monza. Ma nel mirino c’è già la sfida a Motta

Tango argentino: l’esultanza di Benjamin Dominguez e Santiago Castro (Schicchi)

Da Monza a Motta il passo è breve, come il pensiero. Nemmeno il tempo di far calare il sipario su un freddissimo Dall’Ara che la testa del popolo rossoblù era già sulla strada per Torino, per la partitissima di sabato a casa Juventus. Là, dove non si vince dal 2011, ma soprattutto là dove Thiago ha scelto di andare per vincere (almeno nelle sue convinzioni). E così, mentre il Bologna consumava la clessidra palleggiando, da una nutrita fetta della curva Bulgarelli si alzavano i cori contro i bianconeri, ma soprattutto contro il loro allenatore. Se son rose con le spine, fioriranno tutte allo Stadium.

L’importante era arrivare a questo big match, cruciale nella corsa all’Europa, con il serbatoio pieno di entusiasmo e certezze. Missione compiuta, anche se poi si è trattata di una missione ampiamente possibile, complice un Monza arrivato al Dall’Ara con la testa all’Udinese, gara che per i brianzoli, penultimi a dieci punti in campionato, vale praticamente come una finale. Per stare sul sicuro, Nesta imbottisce la formazione di seconde linee, puntando tutto su un giocatore: il regolamento, che in questa nuova formula prevede direttamente i calci di rigore, senza passare dai supplementari. Peccato che l’ipotesi del pareggio venga brutalmente distrutta dal bolide con cui al 32’ Tommaso Pobega butta giù la porta di Pizzignacco (eroe di Coppa proprio ai rigori contro il Sudtirol). L’ex centrocampista del Milan prende due piccioni con una fava, perché sblocca la gara e si fa perdonare la folle espulsione che aveva chiuso la gara con la Lazio dopo appena 35 minuti. Anche ieri la partita dura lo stesso tempo, perché al 35’ Orsolini, servito da Castro, va a segno. Uno scavetto dolcissimo, ma dal retrogusto amaro: Ricky-gol, infatti, sente un dolore alla coscia destra ed è costretto a uscire. Le sue condizioni fanno scendere ancor di più la già bassissima temperatura del Dall’Ara. Entra Dominguez e il cinno argentino va in rete al 18’ della ripresa con un tocco d’istinto su mezzo-assist di Castro. Già, Santi: che giocatore. Si batte come un leone (citofonare Izzo), lavora per i compagni e trova persino la rete con un movimento da centravanti dal futuro radioso.

Italiano lo tiene in campo per tutta la partita, un po’ perché gli altri cambi li aveva già spesi, un po’ perché un’altra punta mica c’era in panchina, visto il forfait di Dallinga durante la rifinitura. In tanti nel leggere l’undici iniziale avevano sgranato gli occhi: ma come? Lucumi, Freuler, Orso e Castro dal primo minuto con Juventus, Benfica e Fiorentina all’orizzonte? Ebbene sì. Scelte che testimoniano quanto Italiano tenesse a questa partita. Si era capito già durante il riscaldamento che il tecnico aveva insolitamente seguito da vicino, come a voler vedere se i suoi ragazzi avessero gli occhi giusti per una serata così cruciale. Già, perché la partita pesava tantissimo, per dare continuità alla marcia in campionato e per tenere aperta un’altra porta sull’Europa. Nel dubbio il Bologna è ai quarti, anche se la testa ora è tutta a Thiago.

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