Lo scorso 22 aprile, vincendo a Roma, il Bologna fece il balzo decisivo verso la Champions, contro la diretta avversaria, che avrebbe poi chiuso al sesto posto. Domani, Roma e Bologna saranno nuovamente una di fronte all’altra all’Olimpico: obiettivo definitivo rilancio per i rossoblù in campionato. Reduci dai successi su Cagliari e Lecce e ancor prima dal pareggio di Genova, Freuler e compagni cercano la spallata ai giallorossi in crisi e alla panchina di Juric, appesa a un filo e al risultato che uscirà dall’incrocio con il Bologna. Se il Bologna saprà confermarsi bestia nera dopo le fatiche europee, lo dirà il campo.
Di certo ci sarà una motivazione agonistica che potrà essere valore aggiunto: dimostrare a Mats Hummels quanto abbia fatto male i suoi conti in estate, quando tutti lo aspettavano a braccia aperte, ma finì per rappresentare un sogno sfumato. Il Bologna lo ha inseguito e aspettato per più di un mese: niente da fare.
Reduce dalla finale di Champions persa con il Borussia al cospetto del Real e rimasto senza contratto, Hummels si è preso tutta l’estate per decidere. Non voleva rimanere in Bundesliga dopo l’addio al Borussia, ha detto no all’Arabia, aveva interessamenti in Inghilterra e Spagna e l’offerta del Bologna di un annuale da 2,5 milioni. Lui ha aspettato fino a quando il Bologna, che non aveva più tempo si è diretto su altri obiettivi: Erlic prima e Casale poi, che insieme guadagnano meno (800mila il croato, un milione l’ex Lazio) di quanto avrebbe percepito l’ex leader della nazionale tedesca.
Fin qui non è andata bene al Bologna, che tra gli infortuni di Erlic e le difficoltà di inserimento di Casale non ha avuto dai nuovi acquisti un ricambio affidabile a Beukema e Lucumi. Ma poteva andar peggio, perché molto male è iniziata l’avventura di Hummels nella capitale, ammesso e non concesso che si possa dire iniziata. Fin qui, per lui, una presenza e la miseria di 23 minuti di impiego a Firenze, dove tra l’altro ha bagnato l’esordio con un autogol. "Ciliegina sulla torta di un momento no", ha detto Hummels ad ‘Alleine ist schwer’, podcast da lui stesso prodotto. Perché Hummels non vive solo per il calcio e ha passato l’estate a commentare le Olimpiadi. Il calcio non è più la sua priorità, non è pronto, è rimasto troppi mesi fermo e non è adatto alla difesa a tre. Queste alcune delle accuse che gli sono mosse nella capitale. Fatto sta che con De Rossi non giocava e Juric non lo ha neppure convocato giovedì in Europa League, preferendogli Cristante fuori ruolo. Dalle stelle della Champions alle stalle della panchina e della tribuna.
L’avventura di Hummels a Roma pare già al capolinea e l’entourage del tedesco lavora a un ritorno in patria a gennaio, dove lo Stoccarda e l’Eintracht Francoforte potrebbero farci un pensierino. Il mercato rossoblù ha fin qui aggiunto poco, ma se non altro la rinuncia a Hummels non può essere un rimpianto.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su