Justin Holiday è il terzo tentativo della Virtus per portare sotto le Due Torri un esterno che allarghi le rotazioni in attesa che rientri Will Clyburn. Ci sono, però, diverse perplessità: la prima è legata al fatto che il giocatore è fermo dalla stagione scorsa, quando ha disputato i playoff Nba con i Denver Nuggets. Il secondo riguarda l’età della guardia statunitense, ad aprile compirà 36 anni, e il terzo è l’entità dell’ingaggio richiesto.
Il direttore generale bianconero Paolo Ronci ritiene che questi dubbi possano essere superati, altrimenti il dirigente romagnolo non avrebbe avviato la trattativa, ma ora spetta proprio a lui convincere il presidente della V nera Massimo Zanetti.
In questi ultimi mesi tra i due si è creata una sinergia importante all’interno di una società dove il nuovo ponte di comando Zanetti-Ronci è probabilmente uno dei motivi per cui sono passate tre settimane dall’infortunio di Clyburn e ancora il suo sostituto non è in palestra a lavorare con il resto della squadra.
Alto 198 centimetri, vincitore di un anello nel 2015 con i Warriors di Golden State della star Steph Curry. Justin ha due fratelli: Jrue Randall, di un anno più giovane, che ha vinto il titolo con i Celtics e Aaron Shawn, classe 1996, che gioca con gli Houston Rockets.
Le referenze dicono che per la V nera Holiday sarebbe un top player, ma resta il fatto che va rimesso in forma e se, una volta qui, ci volessero altri 10 giorni per riportarlo in condizione si arriverebbe a ridosso della final eight di Coppa Italia, per cui prima della firma definitiva va valutato bene se il gioco vale la candela e se come sembra, non sia il caso di sondarlo direttamente alla Porelli, prima di legarsi a lui con un contratto.
Il rovescio della medaglia è che i tifosi iniziano a chiedere con insistenza almeno un innesto per evitare che, puntando sempre sugli stessi giocatori, per mancanza di benzina si gettino alle ortiche buone prestazioni come quella di giovedì contro il Monaco.
Certo è che qualcosa all’interno della proprietà deve cambiare in un futuro immediato dato che è da settembre che tutte le volte che si parla di mercato si continua a fare una ‘melina’ che lascia supporre come i due soci principali, il presidente Zanetti e quello di minoranza Carlo Gherardi, non abbiano la stessa posizione quando si tratta di mettere mano al portafoglio.
Non è necessario spendere a ogni infortunio, ma se un leader come Clyburn sta fuori almeno dieci settimane qualcosa bisogna fare. Vedremo se, dopo altri tentativi non riusciti, alla fine Holiday sarà il nome giusto.
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