Bologna, 29 maggio 2020 - Vent’anni esatti dalla magica notte di Treviso. I tifosi Fortitudo non hanno dimenticato, anche perché il 30 maggio 2000, battendo la Benetton al Palaverde 68-79 (miglior marcatore Gregor Fucka con 27 punti, seguito da Gianluca Basile con 16 e da capitan Myers e Gek Galanda con 15), la Paf di Carlo Recalcati vince il primo scudetto della sua storia.
Il tricolore sul petto, dopo tre finali perse consecutivamente dal 1996 al 1998 (Olimpia Milano, Benetton e Virtus Bologna): l’apoteosi per Carlton Myers che, proprio l’estate prima, ha vinto gli Europei con la Nazionale. Il trionfo di Charly Recalcati, che l’anno prima si è laureato campione d’Italia alla guida di Varese. Il sogno di Giorgio Seragnoli, il proprietario più munifico nella storia dell’Aquila, finalmente raggiunto.
Stagione sempre al top, per la Fortitudo che, però, comincia nel peggiore dei modi la serie finale, perdendo in casa 72-79, contro la Benetton allenata da Piero Bucchi.
Un passo falso che spinge molti a pensare che, per la quarta volta, la Fortitudo rimarrà a guardare i successi e i sorrisi degli avversari. Invece la risposta subito a Treviso il 23 maggio (vittoria per 63-76 con 22 punti di Myers e 16 di Galanda) e il successivo 2-1 del 27 maggio, con il successo 82-70 (Myers 32, Jaric 15).
Il 30 maggio 2000 la sfida a Treviso e, per tutto il primo tempo, la Benetton che comanda e che va al riposo con un piccolo vantaggio 42-37. Ma la Fortitudo, rispetto al passato, ha la tranquillità di Recalcati e, con una ripresa pressoché perfetta espugna il Palaverde e cancella, una volta per tutte, il coro cantato orgogliosamente dalla Fossa dei Leoni: “Non abbiamo mai vinto un c…”.
Festa per le centinaia di tifosi biancoblù che sono saliti nella Marca, festa per le migliaia di persone che si riversano in piazza Azzarita, pazzi di gioia, in attesa del pullman della squadra. Quando ormai sono le prime ore del 31 maggio, arriva il pullman della squadra che impiega mezzora a fare gli ultimi cento metri, perché l’entusiasmo è davvero contagioso.
Canti, balli, corri e la marcia, verso la statua del Nettuno, per mettere una sciarpa biancoblù sulle spalle del dio del mare. Primo scudetto che porterà Claudio Pilutti, qualche giorno dopo, per scommessa, a sfoggiare un curioso taglio di capelli con la scritta in dialetto “A tal deg”.
Festa per tutti i tifosi dell’Aquila che, vent’anni dopo, non hanno dimenticato la conquista del primo tricolore.
Rivivi le emozioni di 20 anni fa con il video della Lega Basket, qui sotto