Il Milan va di fretta e in poco più di venti minuti risolve la pratica Sassuolo conquistandosi un posto nei quarti di finale di Coppa Italia. Un anno fa fu malandrina l’Atalanta, oggi la squadra orobica è pensiero fisso in vista dello scontro diretto di venerdì al Gewiss Stadium, ma Paulo Fonseca può raccogliere altre buone indicazioni dopo la bella vittoria sull’Empoli. Soprattutto è la notte di Tijani Reijnders, sempre più dominante a poche ore dall’accordo sostanziale per il rinnovo: un magico assist, una staffilata dalla distanza, e tanta qualità.
E’ il numero 14, oggi, il leader (sovraesposto? Un’ora di gioco pare troppo) di questo Milan. Che garantisce quattro reti in ventidue minuti, 6 alla fine (a 1), e la crescente sensazione di un puzzle dove molte tessere iniziano a prendere il loro posto. Poco turnover nei ruoli chiave, è vero, meno di un avversario che viene dalla Serie B, innegabile, però gli adeguamenti del sistema di gioco del tecnico portoghese sono degni di nota. Musah era stato l’equilibratore a destra a Madrid come con l’Empoli, spesso scendendo a quinto di difesa permettendo a Emerson Royal di diventare “braccetto” e a Leao di non “sopportare” compiti di copertura.
Con il Sassuolo il newyorkese non c’è in avvio, e allora con Ruben Loftus-Cheek cambia forma, sostanza ma non risultato finale. Il londinese pare destinato alla trequarti centrale, invece scende sul centrodestra permettendo a Fofana di giocare davanti alla difesa e a Reijnders di essere ancora più a suo agio sul centro sinistra. Leao svaria tra fascia sinistra e seconda punta (con Terracciano ad alzarsi alla Theo) sempre senza compiti difensivi, e il Milan “trita” i malcapitati neroverdi.
Undici minuti e Reijnders legge il taglio da destra di Chukwueze per il vantaggio, diciassette ed è lo stesso olandese a trovare la staffilata meravigliosa del raddoppio, venti e Terracciano innesca la sponda di Abraham ancora per il numero 21, ventidue e Loftus-Cheek conduce la transizione per il poker di Leao sul filo del fuorigioco.
Titoli di coda, pratica bollata e depositata, il tutto con la settima gara consecutiva con una coppia diversa di centrali difensivi (Tomori-Pavlovic) e una ripresa che registra anche il tap-in di Calabria su palo centrato da uno splendido tiro a giro di Pulisic, o la penetrazione di Okafor per un Abraham sempre bisognoso di gol. Quarti di finale conquistati, contro una tra Roma e Sampdoria (si gioca il 18 dicembre). Ora l’Atalanta per giocarsi una fetta di stagione.
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