di Massimo Vitali
Un solo innesto: l’agognatissimo Kyriakopoulos. Due uscite annunciate: Kasius e Vignato. Una spada di Damocle su Barrow, a sorpresa finito nel mirino del Galatasaray. E adesso palla a Thiago. Un film già visto. Nei primi tre anni dell’era Saputo a gennaio si diceva, in modo un po’ semplicistico, ‘palla a Donadoni’ e successivamente ‘palla a Sinisa’, che quel pallone lo fece viaggiare con esiti entusiasmanti nel girone di ritorno del 2018-19, e in seguito assai meno. Del resto nella serie A targata Saputo due soli mercati di gennaio resteranno indelebili nella memoria dei tifosi: nel 2018-19 l’infornata Sansone, Soriano e Lyanco (più Edera, l’unico che non lasciò il segno) che evitarono al club la retrocessione e firmarono 17 giornate a passo di corsa da tramandare ai posteri; nel 2019-20 gli ambiziosi e costosi innesti a metà stagione di Barrow, Dominguez e Vignato, ancorché l’argentino fosse stato acquistato dal Velez Sarsfield sei mesi prima e il trequartista italo-brasiliano avrebbe messo i piedi a Casteldebole solo nella successiva estate.
Prima e dopo, da quando il Bologna è tornato in serie A, la finestra di gennaio non ha mai modificato in modo significativo gli organici rossoblù. Vale adesso anche per Motta, chiamato più che mai, come si dice in questi casi, a valorizzare le risorse interne.
Per fare un saltino e mettere nel mirino quel settimo-ottavo posto che, complici le disgrazie giudiziarie della Juventus, a giugno potrebbe valere un biglietto di seconda classe per l’Europa sarebbe servito di più: e non è stato fatto.
Tutta ‘colpa’ di Thiago, si potrebbe azzardare con un paradosso, reo di aver raddrizzato la baracca troppo in fretta. Tradotto: se il bene più prezioso a Casteldebole continua a essere la conservazione della categoria e i sogni d’Europa li coltiva solo un una parte della critica e un pezzo di tifoseria (forse nemmeno maggioritaria), una volta scampato il Grande Pericolo delle zone vischiose della classifica, grazie alla poderosa risalita firmata da Motta, altro per cui valesse la pena di svenarsi in corso d’opera Saputo e i dirigenti rossoblù hanno ritenuto che non vi fosse.
E allora palla a Thiago, volendo estremizzare il vero ‘rinforzo’ del mercato di settembre, a cui adesso si chiede di continuare a valorizzare il parco giocatori nel solco delle prestazioni confortanti e dei risultati positivi delle ultime dieci giornate di campionato. L’uscita di due pedine, Kasius e Vignato, che da tempo non rientravano più nelle rotazioni e un elemento in più in difesa, Kyriakopoulos, su quella fascia che tra Lykogiannis e Cambiaso aveva acuito i rimpianti per la partenza di Hickey, consegna a Motta di fatto lo stesso impianto tecnico.
Se Thiago manterrà lo stesso passo delle sue prime 14 giornate sarà un Bologna da cinquanta punti. In era Saputo solo Mihajlovic ha saputo sprintare clamorosamente nel girone di ritorno in quel famoso 2018-19. Nulla vieta di pensare che adesso possa riuscirci Motta: ma è pur sempre umano e non San...Thiago.