E’ l’uomo della svolta: tecnica e tattica. E’ l’uomo che non ti aspetti: per il semplice fatto che ha sempre rappresentato un’alternativa alla prima punta o agli esterni, invece da seconda punta ha cambiato pelle alla squadra di Italiano. Jens Odgaard si è preso il Bologna. Bravo Italiano a capirlo, reinventarlo, dando una nuova identità ai rossoblù, bravo lui a cogliere al volo l’opportunità: all’indomani del ritorno alla vittoria, sono questi i pareri e gli umori in quel di Casteldebole riguardo la mossa vincente.
Due gol in due partite: e con Odgaard sotto punta, sono arrivate due 4 reti nelle ultime due uscite. Due indizi fanno una prova: ‘Jens We can’, con Jens si può, il Bologna ha trovato una risposta al problema del gol che lo ha attanagliato nella prima parte di stagione. Ritrovat i gol, ha ritrovato vittoria e sorrisi, il Bologna: quelli offerti dal danese, uno che ama stare sulle sue, raccontano, ma capace di dispensare buonumore con battute che non ti aspetti e una mimica tutta sua. Insomma: un personaggio, seppur non in maniera espansiva come Orsolini. Semmai all’opposto: eppure sul campo hanno legato e con l’ingresso di Odgaard si è sbloccato pure il numero 7, pure lui autore di due reti in due partite. Il motivo? Da ricercare proprio nell’ingresso dell’ex Az. Lega il gioco, offre sbocchi centrali che prima non c’erano, liberando maggiormente gli esterni. Offre fisicità e capacità di lavorare e riciclare palloni in profondità. E poi ha quel tiro da fuori che soluzione rimasta fin qui quasi inesplorata: mancino secco e potente. Ma soprattutto preciso: palo gol a Genoa, dal limite, su sviluppi di corner, di prima intenzione a giro, a Cagliari e palla in buca d’angolo. Anzi, fuori campo: la sua esultanza mima infatti il gesto della battuta mancina del baseball, con la mano che va poi a coprire la fronte per vedere quanto lontano sia andata.
Quanto lontano andranno Odgaard e il Bologna è da vedere, perché la speranza è che il viaggio sia iniziato all’Unipol Domus: con il Lecce però urgono conferme per capire se sia vera svolta.
Italiano se n’è innamorato, raccontano a Casteldebole: perché Odgaard, è 190 centimetri di serietà, dedizione al proprio lavoro: dove lo metti sta, con la mentalità di cerca di capire come aiutare la squadra. Con il senno del poi, 4 milioni ben spesi: già perché il danese è arrivato in prestito con diritto di riscatto (per 4 milioni più uno di bonus) a gennaio dall’Az Alkmaar, come cambio di Zirkzee e degli esterni, per poter aspettare l’investimento Castro. Ha ritrovato Beukema e Karlsson, amici di vecchia data, e ha poi legato con Ndoye, Posch, Aebischer e Freuler. E’ stato il primo giocatore a essere riscattato. E ora ha trovato una nuova dimensione, più centrale, grazie alla quale Italiano ha dato una veste molto simile alla Fiorentina della scorsa stagione, con Beltran alle spalle di Belotti o Nzola. E’ Odgaard il nuovo equilibratore del Bologna. E pure l’uomo della svolta, colui che ha risolto il problema del gol.
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