GIOVANNI POGGI
Sport

Che notte Da Orso in lacrime all’urlo di gioia

Novanta minuti pieni di emozioni contrastanti: l’amarezza dello svantaggio, l’infortunio di Ricky, poi la rimonta e la festa finale

Novanta minuti pieni di emozioni contrastanti: l’amarezza dello svantaggio, l’infortunio di Ricky, poi la rimonta e la festa finale

Novanta minuti pieni di emozioni contrastanti: l’amarezza dello svantaggio, l’infortunio di Ricky, poi la rimonta e la festa finale

Questa sera sei bellissima. Sembra siano state create apposta per una notte così, le note di Cesare, che risuonano dolci, dolcissime, attorno al Dall’Ara quando Gözübüyük fischia tre volte e certifica i primi tre punti di sempre del Bologna in Champions League. Sessant’anni dopo, ma all’epoca era Coppa dei Campioni. E comunque non con questo epilogo, da sogno, da film. In rimonta, nella ripresa, quando ormai il novantesimo sembrava a un passo e mentre la porta di Kobel sembrava inviolabile. Alla fine ci ha pensato chi fino a qualche settimana fa sembrava non riuscisse a segnare mai, Dallinga, e poi Iling Junior, entrato morbido, troppo, prima di farsi perdonare ed entrare anche lui nella storia. Un finale da sogno, per un inizio da incubo, con tutti i connotati del delitto perfetto sul manto del Dall’Ara. Prima del pallone, però, la scena se la sono presa i 29mila cuori rossoblù, dalla San Luca alla Bulgarelli, dalla tribuna ai distinti, questi ultimi a strisce rossoblù a ricalcare in gigantografia lo stemma del Bfc, degna del muro giallo di Dortmund, che questa volta resta a guardare. Il peggio, come detto, si concretizza quasi subito, col rigore di Guirassy, e poi la palla che non ne vuole sapere di entrare. Nemmeno con le bordate di Orso, che alla mezz’ora però si accascia. Il silenzio del Dall’Ara lo accompagna col magone in panchina, dove la sua maglia col 7 gli copre il volto e le lacrime. E’ la stessa coscia malconcia di inizio dicembre, quel flessore che non gli lascia pace. "E’ l’unico neo della serata, vediamo in settimana", dirà Italiano.

Poi Odgaard, e il buio diventa luce, in due minuti. Italiano corre, salta, vola verso i distinti e li abbraccia virtualmente tutti, uno ad uno. Vincenzo è indemoniato, con gli occhi lucidi e i pugni al cielo, e il Dall’Ara con lui.

La squadra si riunisce, si prende la meritata ‘Ola’ sotto tutti i settori dello stadio, prima della foto di rito sotto la Bulgarelli, mentre da Cremonini si passa a Dalla e tutti sono ancora lì, ai propri posti, sperando che questa notte non finisca mai. No, non c’è spazio per i rimpianti, la gioia è troppo forte, non si contiene. Bologna svegliati, hai battuto i vice campioni d’Europa: è realtà. Oggi giorno di riposo per la squadra, domani alle 11 la ripresa a Casteldebole.

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