Lo chiamano il ministro della Difesa o l’Alpino come il compianto Franz Arrigoni. Lui senza montarsi la testa, senza fare paragoni, ma orgoglioso dei complimenti risponde sempre presente: pronto, preciso, attento, il passato campionato è stato l’anno della consacrazione. Quest’anno arriva il difficile, ripetersi e se possibile migliorarsi a livello personale e di squadra; stiamo parlando di Riccardo Bolpin veneziano di nascita, ma cuore biancoblù.
Bolpin come va?
"Molto bene, abbiamo iniziato positivamente con la Supercoppa, poi arrivata la sconfitta di Milano, adesso siamo pronti per la sfida con Rimini".
Per lei è il secondo anno sotto le Due Torri.
"Sì. Ora è tutto più semplice. Conosco la città, la società, il calore dei tifosi, tutto bellissimo, oltretutto il gruppo è rimasto in parte lo stesso dell’anno scorso e adesso spetta a noi dare una mano ai nuovi ad integrarsi, anche se visto che per Sabatini e Cusin si tratta di ritorni, è stato tutto immediato, naturale, semplice".
Come si spiega questo inizio?
"Dobbiamo cercare sempre di mantenere il giusto equilibrio, abbiamo i nostri pregi e nostri difetti, ma squadra conosce le sue potenzialità. Mi viene da dire che non eravamo fenomeni dopo la vittoria di Supercoppa, ma non siamo nemmeno quelli che ne hanno presi 20 a Milano".
Il primo trofeo lo avete messo in bacheca.
"Vincere fa sempre piacere e conquistare un trofeo è stato qualcosa di particolare. A Milano non siamo andati bene. Sappiamo di dover lavorare tanto inserendo i nuovi, costruendo i nostri principi difensivi; ci vuole tempo. Siamo a inizio anno ci può stare, l’importante è che l’atteggiamento sia quello giusto".
Milano non ha sbagliato un colpo.
"Ha tirato benissimo, ma lo sapevamo. Non possiamo regalare un quarto a nessuno è già successo anche in altre partite che a volte la luce si spenga".
Non vi siete mai nascosti dietro le assenze.
"Esatto. Giocare senza Aradori e Mian e con Panni solo con un paio di allenamenti nelle gambe gli equilibri andavano riadattati e farlo adesso quando non siamo ancora al top è tutto più difficile".
I risultati degli altri campi confermano grande equilibrio.
"Assolutamente sì, il campionato è molto tosto".
Ora Rimini.
"Squadra tosta, dobbiamo approcciare la sfida nel modo migliore, anche i romagnoli hanno tanti giocatori con talento offensivo, ma conoscendo bene Dell’Agnello le sue squadre hanno una chiara impronta difensiva e sono preparate e organizzate".
Allarghiamo l’orizzonte, che campionato attende la Fortitudo?
"La A2 di quest’anno ha un tasso di qualità altissimo, ci sono tante squadre che possono puntare a vincere il campionato. Anche noi. Alla lunga la forza del gruppo, l’atteggiamento che metteremo in campo saranno decisive".
A livello personale che stagione si aspetta?
"Cercherò di mantenere il livello dell’anno scorso e se possibile di fare ancora meglio. Ho attraversato un periodo di calo. Ecco vorrei riuscire ad avere prestazioni costanti per tutta la stagione".
A Rimini come a Milano sarete seguiti da tanti tifosi e la riprova arriva dai 4.500 abbonamenti sottoscritti.
"Avere un seguito del genere è unico, un pubblico così è un fattore che potrebbe essere decisivo. Sta a noi trascinare e farci trascinare ancora di più dal nostro popolo".
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