MASSIMO VITALI
Sport

Bologna, maglia stregata. Da Giannone a Karlsson, la maledizione del ’10’

Numero iconico che spesso viene assegnato al giocatore più talentuoso. Per trovare grandi interpreti del ruolo bisogna tornare a Baggio e Signori. .

Numero iconico che spesso viene assegnato al giocatore più talentuoso. Per trovare grandi interpreti del ruolo bisogna tornare a Baggio e Signori. .

Numero iconico che spesso viene assegnato al giocatore più talentuoso. Per trovare grandi interpreti del ruolo bisogna tornare a Baggio e Signori. .

Occhio che con la partenza di Karlsson adesso a Casteldebole c’è un 10 da assegnare. Dieci inteso come numero di maglia: la divisa più iconica, un inno imperituro alla fantasia, l’oasi dell’imprevedibilità in un calcio che è diventato un po’ un deserto (e come tutti i deserti un po’ arido) di giocate codificate. Da Haller a Baggio, quelli che avevano nel dna la creatività a queste latitudini sono passati tutti dalla divisa più prestigiosa.

Poi ci sono quelli passati di lì per caso o per iellati vicissitudini sportive del club. Occupanti abusivi di 10? Non esageriamo. Una cosa è certa: in era Saputo avere il ‘dieci’ sulle spalle è stato tutto fuorché una garanzia di successo.

Anzi: qualcosa di piuttosto simile a una ‘maledizione’. Luca Giannone, chi era costui? Un centrocampista di Pomigliano d’Arco (Napoli), che oggi a 35 anni gioca in C con la Turris, ma che dieci anni fa, all’alba del Bologna di Saputo, per 9 volte indossò qui la mitica 10.

Giannone un giorno ai nipotini potrà raccontare di aver segnato, con il 10 rossoblù sulle spalle, un gol all’Aquila in Coppa Italia: era il 17 agosto 2014. In tribuna c’era ancora Guaraldi, ma Tacopina e Saputo, arrivando a ottobre, fecero in tempo a vedere all’opera nel campionato di B Giannone, almeno fino a quando non fu ceduto al mercato di gennaio passando il testimone del 10 a Matteo Mancosu (oggi Giannone alla Turris è compagno di squadra di un’altra vecchia conoscenza rossoblù: Federico Casarini).

Scherzi del destino che negli ultimi dieci anni si sono ripetuti spesso, anche se i successivi ‘indossatori’ della 10 a Casteldebole avevano, e tuttora hanno, ben altri pedigree.

Il Mattia Destro oggi svincolato, la cui avventura sotto le Due Torri non fu senz’altro in linea con le aspettative, ha avuto il 10 sulle spalle nelle prime tre stagioni di A del Bologna di Saputo, salvo poi finire ai margini ed essere sbolognato.

Dopo qualche mese di ‘vacatio dieci’ con Pippo Inzaghi in panchina, nel gennaio 2019 la maglia è finita sulle spalle di Nicola Sansone, che l’ha tenuta tra alterne fortune (in assoluto poche) fino al 2023, quando pure lui, com’è successo adesso a Karlsson, è andato a cercare miglior fortuna al Lecce.

Con Sansone svincolato (la chiamata del Lecce arrivò a settembre) la prestigiosa maglia nell’estate 2023 a Casteldebole ha trovato un padrone solo a fine agosto: e l’ha trovato in Svezia.

Dall’alto degli 11 milioni sborsati per il suo cartellino Karlsson sembrava un ‘dieci’ più che degno, ma alla prova dei fatti lo svedese ha fallito su tutta la linea.

Certo non tutti possono essere Baggio, 22 gol nell’anno di grazia 1997-98: chi ha nel salotto quella 10 griffata Granarolo oggi possiede un tesoro.

Poi è stato il turno di Beppe Signori, un altro ‘dieci’ che fu un regalo degli dei del calcio (e di Giuseppe Gazzoni, lo stesso regista dell’operazione Baggio) che indossò quella maglia dal 1998 al 2004. Più tardi, tra gli interpreti più degni ricordiamo Tomas Locatelli, Lamberto Zauli, Gaston Ramirez e Alberto Gilardino, senza tralasciare l’imolese Davide Bombardini e il francesino Mourad Meghni.

Impossibile dimenticare nel 2005-2006 in B ebbe il 10 sulle spalle Fabio Vignaroli 10 sulle spalle, non proprio un fine dicitore. E in B il Bologna finì anche in coda alla stagione 2013-2014, quando il ‘dieci’ a Casteldebole aveva le sembianze dell’istrionico Davide Moscardelli, fantasista nell’anima, ma con un Pil calcistico piuttosto ridotto.

Ora che Karlsson ha fatto le valigie la soluzione più probabile è che la casella del 10 resti vuota fino a giugno. E se in estate non ci sarà la corsa ad occuparla beh, un motivo c’è.

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