Un punto in tre gare. Della serie: se non si vince la prima partita (nel dubbio si attende anche il primo gol) altro che notte da Champions, qui sarebbe notte fonda. Dice Italiano a chi gli fa notare che senza i tre punti col Monaco il suo Bologna non potrà più cullare la speranza di passare il turno: "Proviamoci, ma senza l’ossessione della classifica. L’unica ossessione che dobbiamo avere è quella per la prestazione e il bel gioco: la Champions per noi dev’essere un’occasione di crescita". Il Bologna che è cresciuto in campionato ora deve confermare quei passi avanti in Europa: fosse facile.
"Venendo dalla Conference League – ammette Italiano – sapevo che il livello si sarebbe alzato, ma in Champions abbiamo trovato squadre, specie le ultime due (Liverpool e Aston Villa, ndr), che sono fuori dai nostri standard".
Il Monaco non è il Liverpool, anche se resta la seconda forza della Ligue 1. La forza del Bologna, invece, questa notte dovrà essere il Dall’Ara. "Arrivare a questa partita dopo le due vittorie in campionato è tanta roba – osserva il tecnico –. E poi giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico, in un’atmosfera fantastica. E la nostra gente deve capire che per farcela abbiamo bisogno anche del loro aiuto. Sono stato calciatore e so che nei momenti di sofferenza un applauso o una carezza sono importanti".
Fattore Dall’Ara allora, per un Italiano che dopo la corsa sotto la curva col Lecce forse si sente già un po’ bolognese. "Quello lo deve dire la gente – frena il diretto interessato –. Io cerco sempre di metterci il cuore: e quando vince un allenatore va anche lasciato gioire...".
Dal cuore al fattore tecnico: ovvero la forza del Monaco. "Loro propongono un calcio molto offensivo e questo in teoria potrebbe regalarci degli spazi in cui ripartire. Hanno i terzini che si alzano tanto e diventano due attaccanti aggiunti, per questo sarà importante tenere alti i nostri esterni d’attacco per non costringerli a fare troppi metri dopo la riconquista del pallone". Alchimie tattiche da vigilia che conta.
"Monaco abbordabile? Non lo penso – dice Italiano –. Se poi alla fine si rivelerà abbordabile vorrà dire che avremo fatto una grande partita. Di sicuro per provare a vincere dovremo alzare l’asticella". Con quali interpreti dipende da mille variabili: prima tra tutte quella fisica. Osserva Italiano: "Oggi in allenamento ho visto gente ancora stanca (per lo sforzo della gara col Lecce, ndr) ma da qui alla partita c’è il tempo perché qualcuno recuperi. In ogni caso dovremo per forza attingere anche a chi ha giocato di meno".
Il pensiero corre a Ferguson, il cui ritorno in campo sabato col Lecce non a caso ha coinciso con una vittoria. Tempo al tempo: "Lewis sta aumentando i carichi di lavoro, spesso si ferma sul campo dopo la fine dell’allenamento per fare gli straordinari. Piano piano lo porteremo alla condizione migliore: anche noi abbiamo fretta che accada perché è un calciatore dalla personalità enorme".
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