Di questo passo toccherà aprire un altro cantiere in città per sgomberare la montagna di punti buttati dal Bologna. Altri due, quelli che ieri sera si sbriciolano tra le mani di Jhon Lucumi. Avevamo salutato il 2024 con il surreale autogol di Castro che all’88’ regalava la vittoria a un incredulo Verona e siamo ripartiti spostando ancora più in là l’orologio dell’incredibile. Addirittura di dieci minuti. E’ il novantottesimo quando, sull’ultimo disperato corner della Roma, il difensore colombiano devia con la mano destra un colpo di tacco di Ndicka: il Var richiama Abisso che concede il rigore trasformato da Dovbyk in faccia ai trentamila del Dall’Ara. Due a due e vittoria in fumo.
Come a Genova, quando Pinamonti completava (con la complicità di Casale) all’85’ la rimonta da 0-2 a 2-2. O come a Torino, quando Mbangula al 92’ salvava Thiago Motta da una meritatissima sconfitta. Roba da strapparsi i capelli, se Vincenzo Italiano li avesse. Scherzi a parte ovviamente, il Bologna di ieri sera avrebbe meritato il successo, per il modo in cui ha approcciato e gestito una gara delicatissima contro una Roma che arrivava alla sfida in stato di benedizione da derby, dopo aver aperto la porta santa di Provedel. Erano belli carichi i Ranieri boys, cosa che spiega l’atteggiamento prudente con cui i rossoblù si muovono, soprattutto nel primo tempo. Freuler e Ferguson fanno da cerniera in mezzo, ma davanti è il solo Dominguez ad alzare la voce, tra i silenzi dei vari Ndoye, Odgaard e Dallinga, quest’ultimo preferito a sorpresa a Castro. L’unica vera emozione la firma Dybala che al 35’ si trova sul piede sbagliato l’assist giusto di Dovbyk. La ripresa sembra seguire lo stesso copione, ma l’inerzia viene squarciata dal gol del grande ex Saelemaekers, con regalone di Skorupski. Il colpo potrebbe ammazzare il Bologna che, invece, in quattro minuti ribalta tutto. Indovinate grazie a chi? A Dominguez, ovviamente, che sradica un pallone dai piedi proprio di Saele, e arma un contropiede che da Ndoye e Odgaard arriva fino a Dallinga: tiro e pareggio. Tre minuti dopo, rigore fischiato per mani di Koné su colpo di testa di Holm: Ferguson dal dischetto è freddo. Doccia scozzese e Roma capovolta. Ranieri cerca la scossa togliendo i big e affidandosi alla verve dei Baldanzi e dei Pisilli. Italiano mette Orso che esprime male la rabbia per la terza panchina di fila. Dal possibile 3-1 al 2-2, proprio quando i rossoblù sembrano in controllo totale e i giallorossi totalmente incapaci di pareggiarla. L’amarezza non cancella un’altra grande prova corale del Bologna, per cui l’Europa resta vicina.
Italiano a fine gara parla di "impossibilità di allenare certi momenti della gara". Certo, ma non solo la mala sorte deve maledire il Bologna. Smaltita la rabbia, i rossoblù dovranno riflettere sulla capacità di gestire i minuti decisivi. Come allo Stadium nell’uscita spavalda di Miranda, così ieri Iling-Junior che con troppa fretta mette in fallo laterale un pallone che andava congelato. C’è poco tempo per rimuginare, però: mercoledì si va a casa Inter, senza Lucumi che al fallo aggiunge il giallo e sarà squalificato. Il classico danno oltre la beffa.
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