GIANMARCO MARCHINI
Sport

Bologna, frenata Champions. Soffre troppo e va sotto a Empoli. Benja la aggiusta con una magia

I rossoblù soffrono il pressing dei toscani, in vantaggio con Colombo. Un gran destro di Dominguez vale il pari. La squadra di Italiano paga un po’ di stanchezza dopo l’impresa col Borussia. Il quarto posto è distante 5 punti.

Il gran destro al volo con cui Benjamin Dominguez segna l’1-1 a Empoli (Schicchi)

Il gran destro al volo con cui Benjamin Dominguez segna l’1-1 a Empoli (Schicchi)

L’unico colpo da Champions l’ha trovato quello che nella lista Champions non c’è neppure. Perché a settembre nemmeno Benjamin Dominguez si sarebbe immaginato un’ascesa tanto rapida tra i grandi. E invece il ’cinno de oro’ ha illuminato ancora: stavolta la notte grigia, grigissima del Bologna a Empoli. Certi gol - come il suo destro al volo su cross lungo da sinistra - meriterebbero i tre punti honoris causa. Un gesto che ai boomer avrà forse evocato la rete di Totti alla Samp. Era il 2006 e Benja di anni ne aveva appena 3. Oggi, che di anni ne ha soli 21, sta prendendo a morsi il presente, con la fame di chi non ha tempo di aspettare il futuro.

Meravigliosa la pennellata, deludente la cornice: l’uno a uno sul tabellone finale. Il risultato, però, più giusto, conseguenza inevitabile di una notte che si spegne con una domanda: come sarebbe finita se in campo ci fosse andato almeno mezzo Bologna di quello ammirato nella storica vittoria di martedì sera contro il Borussia Dortmund? Invece, al Castellani va in onda un’altra squadra: sbiadita, svagata, forse troppo stanca. Nonostante gli otto-undicesimi della formazione che tremare i tedeschi fece. Appena tre le novità: Moro, Dallinga e Dominguez, appunto. Forse poche?

Partita nata storta e inclinata ancor di più dal gol di Colombo che al 24’ brucia Lucumi sul cross da sinistra di Pezzella e batte Skorupski. Vantaggio meritatissimo dei toscani che, per tutta la prima frazione, pressano altissimi e mordono sulle caviglie dei rossoblù, mai capaci di uscire con il palleggio. Serata negativa per tanti, con punte di delusione altissime là davanti dove Odgaard e Ndoye non riescono mai a brillare e Dallinga spreca malamente l’occasione da titolare: diciasette palloni toccati di cui sei persi, il suo magrissimo bottino. All’intervallo, Italiano lo lascia sotto la doccia: ma Castro fa uguale, annegando nell’azzurro della difesa empolese e facendosi notare solo per un colpo di testa innocuo all’ultimo pallone buono.

Eppure dopo il gol di Dominguez, inaspettato e forse immeritato fino a quel momento, ci si aspettava una scossa, che non arriva mai per un Bologna scarico e svuotato, anche a livello di tensione nervosa, dall’impresa in Champions. Quattro rimesse laterali sbagliate sono forse la spia più nitida di una serata anche questo di scarsa lucidità.

Un Bologna, però, anche un po’ troppo borghese nell’approccio. Quanto di più sbagliato contro un Empoli che arrivava da cinque ko nelle ultime sei partite e che si sapeva avrebbe giocato con il coltello tra i denti. Alla fine, tra la differenza tecnica evidente e la differenza d’appetito, ha prevalso quest’ultima.

Una lezione che i rossoblù dovranno assimilare subito, perché per tornare in Europa, e figuriamoci in Champions, peserà ogni punto. Trentaquattro, quelli che ora ha il Bologna, uno in più della Fiorentina. Sesto posto solitario a meno cinque dalla Lazio quarta. Stasera all’Olimpico i biancocelesti ospitano proprio i viola. Quanti incroci sulla strada per l’Europa. E’ ancora lunga. Niente drammi.

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