
Vincenzo Italiano ha ereditato il Bologna da Thiago Motta e lo ha riportato in zona Champions e semifinale di Coppa Italia
Tutti a disposizione (una volta che saranno rientrati alla base i nazionali) e tutti sul pezzo per il rush finale dei prossimi due mesi in cui il Bologna si gioca un biglietto per l’Europa e una semifinale, che può diventare finale, di Coppa Italia. Se c’è una cosa di cui si può essere certi è che le squadre di Vincenzo Italiano corrono fino all’ultimo minuto della stagione.
Dal Trapani promosso in B nel 2018-19 allo Spezia capace di conquistare una storica promozione in A e successivamente di difenderla con un’altrettanto storica salvezza, passando per la Fiorentina che in tre anni ha centrato altrettanti finali (due di Conference League e una di Coppa Italia), non c’è squadra allenata da Italiano che alle ultime curve della stagione abbia sollevato il piede dall’acceleratore.

E’ un’ottima notizia alla vigilia della volata che attende il Bologna tra fine marzo e fine maggio. Le nove fatiche di campionato con Venezia, Napoli, Atalanta, Inter, Udinese, Juventus, Milan, Fiorentina e Genoa, più le due gare di semifinale di Coppa Italia con l’Empoli, con annessa possibilità di guadagnarsene una terza nella finalissima dell’Olimpico, prefigurano un tour de force in cui la condizione atletica e l’intensità mentale dovranno rimanere a mille, ovvero confermarsi sui livelli che hanno portato i rossoblù al quarto posto in campionato e alla possibilità, mai così concreta nei dieci anni di presidenza Saputo, di lottare per la Coppa nazionale.
Correre fino alla fine, si diceva, è stata la prerogativa di tutte le squadre di Italiano. Correva il suo Trapani, nel 2018-19, tanto da acciuffare il secondo posto nel girone C della C1 alle spalle della Juve Stabia guadagnandosi la promozione in B. La stagione successiva, nel 2019-20, il suo Spezia ha corso addirittura fino ad agosto, imponendosi sul Frosinone nella doppia finale di playoff-promozione spostata nel cuore dell’estate a causa di un’annata rivoluzionata dal Covid. L’anno dopo (2020-21), sempre sulla panchina dei liguri, altra volata vincente, culminata con una salvezza conquistata alla penultima giornata in quella che era la prima stagione in serie A dello Spezia.
E qui veniamo al triennio viola. Al primo anno (2021-22) alle ultime curve Italiano ha centrato il settimo posto in campionato e una semifinale di Coppa Italia, alla seconda stagione l’ottavo posto in campionato e le finali di Coppa Italia con l’Inter e di Conference League col West Ham, salvo poi ripetersi in Conference nell’ultima stagione, guadagnandosi l’ultimo atto con l’Olympiakos.
Facile obiezione: le tre finali le ha perse tutte. Ma la ‘contro obiezione’ è ancora più scontata: in finale bisogna saperci arrivare e Italiano nel 2022-23 e 2023-24 con la Fiorentina ci è arrivato a passo di corsa, attraverso percorsi virtuosi. E’ lo stesso passo che servirà al Bologna sabato al Penzo. Perché il Venezia corre più di quanto non dica la sua classifica. E Venezia dev’essere l’inizio di un gran finale alla Italiano.
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