Bologna, 15 aprile 2023 – E’ nato a Lodi, come Giovanni Sartori. E con l’attuale responsabile dell’area tecnica rossoblù è stato parte in causa del Chievo dei miracoli, arrivando fino alla nazionale, mentre a Bologna ha firmato con 23 gol la promozione in A della stagione 2007-08. E’ Massimo Marazzina, che oggi vive a Miami, dove tiene lezioni di calcio ai ragazzi.
Massimo Marazzina, è il giorno di Bologna-Milan.
"Se il Bologna dovesse vincere, allora la rincorsa all’Europa diventerebbe roba seria. Di certo c’è una cosa: che il Bologna è la squadra più in forma del momento, forse anche la più bella da vedere. E il Milan arriverà al Dall’Ara dovendo pensare alla sfida di ritorno con il Napoli: è un’occasione, non poteva esserci momento migliore per incontrare i rossoneri. Nell’Europa ci spero. E spero in Thiago Motta".
In che senso?
"Che rimanga. Sta facendo un lavoro clamoroso. Sono tanti i giocatori rinati: in primis Orsolini, che sembrava alla fine del ciclo a Bologna, spento. Ma penso a Schouten e Dominguez, segno che il nucleo della squadra era migliore di quanto non dimostrasse. Per non parlare delle rivelazioni: su tutte Ferguson, ma dei nuovi giocatori non ne è stato sbagliato neanche uno. Merito di Giovanni, ma anche del lavoro di Thiago. La squadra gli vuole bene e gli crede, si vede lontano un chilometro".
Thiago e il Bologna fanno parlare di sè.
"Leggo, vedo e sento. E’ giovane, bravo, innovativo, ha qualcosa di speciale. Mi auguro che Motta resti almeno un altro anno per completare il percorso di crescita e quello di questo Bologna. Penso sarebbe un bene per lui e per squadra, anche se quando chiamano certe squadre è dura rifiutare".
Per lei chi è stata dura rifiutare?
"Il Manchester United di sir Alex Ferguson, era il 2001. Ma non lo avevo rifiutato. Furono Delneri e Sartori a far saltare l’affare".
E’ capitato anche ad Arnautovic quest’estate.
"Immagino non l’abbia presa bene. Io ho avuto certe discussioni con Sartori da far tremare i muri di Veronello, anche quando mi voleva riportare al Chievo e io volevo essere riscattato dal Torino".
E poi come l’avete sistemata?
"Quando si vuole risolvere si risolve. Anche perché, nell’ottica di calciatore, devi sempre ricordare che se non torni a giocare come si deve poi non ti vuole più nessuno".
Il feeling tra Motta e Arnautovic non sembra sbocciato.
"Io di scazzi con allenatori me ne intendo, ne ho avuti, ma ho sempre risolto. Un giocatore non deve mai dimenticare di fare un passo indietro prima che sia tardi, prima che la squadra impari a fare a meno di te o è un problema, come per Arnautovic ora. Forse tutto questo feeling con Motta non ce l’ha, ma se non ha una squadra sotto che lo voglia, deve tornare a giocare una volta guarito".
Sartori sta costruendo una nuova favola a Bologna?
"Vado contro corrente. Il Chievo fu interamente una sua creatura, mentre secondo me questo questo non è ancora pienamente il suo Bologna, perché nel mondo rossoblù il direttore è dovuto entrare in punta di piedi, per tutte le note vicende del recente passato. Il bello deve ancora venire. Imparerete a conoscerlo meglio".
Lei l’ha conosciuto bene. Cosa può dire di lui?
"Che la sua abilità migliore è quella di scegliere gli uomini. Delneri al Chievo, Gasperini a Bergamo, ora Thiago Motta. Quando sceglie un allenatore è perché ne ha sposato l’idea di calcio e allora lavora per lui, prende giocatori funzionali, senza badare troppo a dinamiche di mercato e procuratori. E poi durante la settimana è sempre presente, osserva e interviene con i calciatori, se necessario alza la voce e la gestione fa la differenza. Anche perché pare con lui è sempre molto interessante. Come interessante è questo Bologna".
Qual è la cosa che le piace di più?
"Che finalmente c’è ambizione, gioca per qualcosa. E credetemi, questo nella testa dei calciatori fa tutta la differenza del mondo".