Bologna, 9 agosto 2021 - La più recente fatica del Dall’Ara risale al 23 maggio, quando all’ultima di campionato la Juve infierì su un Bologna che da tempo aveva scaricato le pile calando il poker Champions (4-1) in uno stadio che quel giorno era un catino vuoto, oltre che muto come un acquario. In tutt’altra veste si ripresenterà tra sette giorni il Dall’Ara in Coppa Italia: con la capienza al 50 per cento, l’obbligo del Green Pass, i posti a scacchiera in tutti i settori e quella sensazione che non si respirava a pieni polmoni dal 22 febbraio 2020, quando fu Rodrigo Palacio a mettere la firma sull’1-1 tra Bologna e Udinese prima che sul mondo intero, oltre che sulla serie A, calasse la scure della pandemia.
Rullo di tamburi: dopo un’astinenza di diciotto mesi (interrotta, ma solo simbolicamente, dai mille spettatori a invito nei derby casalinghi con Parma e Sassuolo dello scorso autunno) il Dall’Ara riapre i battenti. Ma soprattutto riapre con quella decisiva modifica, decisa nei giorni scorsi dal governo su pressione della Figc e della Lega di serie A, di dimezzare la capienza degli impianti senza l’obbligo rigoroso del distanziamento di un metro, restrizione supplementare che di fatto avrebbe ridotto ulteriormente l’afflusso dei tifosi. Per il Dall’Ara, tanto per fare un esempio, la regola più stringente avrebbe imposto un terzo della capienza, ovvero circa 10.000 posti sui 30.000 che può contenere lo stadio. Con la nuova regola, invece, per la sfida di Coppa Italia di lunedì prossimo alle 18 il club rossoblù potrà contare su una disponibilità di circa 15.000 posti, che saranno assegnati tutti in forma di biglietto. La rivale sarà la Ternana che ha battuto 5-4 (1-1 fino ai supplementari) ai calci di rigore l’Avellino. La prevendita scatterà nei prossimi giorni e sarà un piccolo banco di prova di ciò che accadrà domenica 22 agosto, quando alle 18,30 la sfida casalinga con la Salernitana terrà a battesimo il debutto dei rossoblù in campionato.
Anche in quella circostanza gli unici titoli di accesso allo stadio, previa esibizione del Green Pass, saranno i biglietti. E gli abbonamenti? Prego (semmai) ripassare più avanti. Anche perché a Casteldebole non hanno margini di manovra diversi da quelli degli altri club di A. La richiesta iniziale della Lega di serie A di aprire gli stadi al 100 per cento della loro capienza, per combattere una crisi finanziaria che ha messo in ginocchio tutti, per adesso è finita nel cassetto del Cts e, a catena, del ministro Speranza.
Si naviga a vista, insomma, col Green Pass in tasca e la speranza che l’autunno, grazie all’aumento della platea dei vaccinati, tenga il virus sotto controllo e garantisca un allargamento della capienza di tutti gli stadi, Dall’Ara compreso. Ergo: per ora solo biglietti, con allo studio una formula che privilegi i vecchi abbonati (vecchi in tutti i sensi, perché gli ultimi risalgono alla stagione 2019-20). Di abbonamenti in forma ridotta, ovvero di mini-voucher legati a un pacchetto di partite casalinghe, semmai si parlerà a stagione in corso.