Bologna, 13 gennaio 2025 – Il pareggio-beffa con la Roma nell’ultima partita di campionato e l’occasione sprecata di tornare alla vittoria, con i conseguenti punti lasciati nuovamente per strada non hanno cambiato le ambizioni del Bologna che rimane in piena corsa per un piazzamento che vale l’Europa e non ha intenzione di cambiare i suoi obiettivi. Lo ha ribadito anche l’amministratore delegato Claudio Fenucci a margine della presentazione dell’iniziativa Sin dall’inizio forza Bologna che prevede la consegna di una maglia ufficiale in formato “Infant” alle nuove nate e ai nuovi nati nel Comune di Bologna.
“Tre squadre sono già andate ma visti i punti persi nulla è impossibile. Le altre sono lì. Quello che ci ha sempre aiutato però in questi anni, che non è un modo di scappare dagli obiettivi, è di pensare domenica dopo domenica, pensare a fare la prestazione. Ora ci aspetta una partita difficilissima (la gara con l’Inter a San Siro di mercoledì, ndr) che affronteremo con lo spirito di fare risultato. Vedremo poi a che punto saremo non dimenticando la Coppa Italia che è una competizione importante e nella quale vorremmo provare a fare meglio degli altri anni. Per continuare la crescita bisognerà fare il possibile per rimanere agganciati al treno europeo, poi quale sarà la competizione lo vedremo. Ci aspettavamo di continuare con un calcio propositivo e divertente e lo stiamo facendo quindi faccio i complimenti ad Italiano, al suo staff e ai giocatori”.
“Il mercato? Per ora siamo competitivi con questi giocatori”
Inevitabile poi non parlare del mercato di riparazione, con il mese di gennaio che ha fatto partire i rumors riguardo potenziali arrivi e partenze, accendendo i riflettori anche sull’uomo chiave in questo senso dei rossoblù, quel Giovanni Sartori il cui contratto avrà in scadenza a giugno 2025. Anche in questo caso Fenucci è stato chiaro, senza sbilanciarsi su un’eventuale fumata bianca ed evidenziando i problemi di lista che al momento potrebbero frenare le ambizioni del club di regalare a Italiano qualche rinforzo: “Abbiamo fatto una riunione con Italiano, è stato l’occasione per capire se c’erano necessità. Se capiterà l’occasione giusta per migliorare veramente la squadra non ci tireremo indietro. Oggi abbiamo anche il problema di lista, perché siamo al completo, quindi se mai si dovesse pensare a nuovi ingressi dobbiamo anche pensare a qualche uscita. Siamo contenti di tutti i calciatori che abbiamo in rosa, molto contenti del fatto che rientreranno tra un po’ anche Aebischer ed El Azzouzi. Per ora siamo questi e siamo competitivi con questi giocatori. Gennaio è comunque un periodo di trasferimenti molto complicato, sappiamo dall'esperienza che le occasioni non sono molte, qualora dovesse capitare una la valuteremo. Su Sartori ho già risposto tante volte, stiamo parlando del contratto. Per me non ci sono problemi, per Giovanni, con cui parlo tutti i giorni, non sembra che ce ne siano quindi alla fine arriveremo alla soluzione. Quando l’avremo la renderemo nota”.
Bologna-Roma e il rigore del pari
Fenucci è tornato poi anche sul rigore che ha deciso il risultato finale della sfida con la Roma, con la rete dagli undici metri di Dovbyk arrivata dopo che il VAR ha ravvisato il colpo di mano di Lucumi: "Non parlo volentieri di queste cose, quando lo faccio è perché veramente ci sono gli estremi per intervenire, come è capitato qualche volta in passato. Credo nella ricerca dell'uniformità delle decisioni, che è una cosa importante soprattutto quando c'è in mezzo il VAR, perché prima l’oggettività era difficilissima da raggiungere, perché da arbitro ad arbitro cambiava il modo di stare in campo, quindi di poter fischiare o meno alcuni falli. Noi nel rapporto tra VAR e campo abbiamo sempre richiesto l'uniformità, e questa ricerca dell'uniformità sta sempre più andando verso la ricerca del particolare, quindi vediamo dei rigori che talvolta facciano fatica a spiegarci, anche se tecnicamente le spiegazioni che poi danno gli arbitri e i loro dirigenti, possono avere anche un criterio di correttezza. Però è ovvio che si rimane un po' perplessi di fronte ad una decisione del genere, ma non solo di un fallo del genere ma di alcuni rigori che vengono dati al campionato italiano. Questo probabilmente nasce proprio dall'eccessiva mediaticità che assumono le decisioni arbitrali, e quindi dalla ricerca degli arbitri e dei loro dirigenti di trovare un po' di uniformità. Il problema è che l'uniformità si sta tarando verso il fatto di fischiare qualsiasi cosa. Sugli arbitri, ripeto, credo che comunque al di là delle decisioni non siano stati condizionati per il risultato delle partite”.
Una chiosa poi anche sul suo futuro, con l’amministratore delegato del Bologna che ha voluto allontanare le voci di un eventuale futuro in un altro club: “Per quanto riguarda le voci che sono circolate che possono far piacere o meno, personalmente sto benissimo a Bologna, mi sono ormai integrato con la città e non penso che a lavorare per Bologna e per il bene di questo progetto”.
Riqualificazione del Dall’Ara
Infine una chiosa sul progetto stadio, con il punto su quelli che saranno i prossimi passi per veder partire i lavori che riqualificheranno il Dall’Ara: “Come molti progetti abbiamo subito le conseguenze del rialzo dei prezzi del settore dopo il covid per cui i percorsi amministrativi come la collaborazione effettiva che c'è fra noi l'amministrazione comunale richiedono tempo. Dopo il covid è cambiato lo scenario, i prezzi sono aumentati 50-60%".
"La nostra è un’operazione complessa perché stiamo parlando di riqualificare un impianto del 1927 che quando sarà riqualificato sarà meno economicamente performante rispetto a uno stadio nuovo quindi ha delle criticità economiche superiori. In questo contesto, come ho sempre ripetuto, questo gap che si è aperto va comunque coperto da un intervento pubblico perché la reddittività per l'azionista è molto bassa e per far questo abbiamo avuto già delle interrogazioni con la politica e l'idea è di trovare dei fondi che accompagnano nell'investimento in capitale dei privati. Ricordiamo che il nostro progetto non prevede consumo di suolo, che il Dall’Ara è un monumento non solo della città ma è un monumento del paese, un monumento storico. E’ stato uno dei primi stadi fatti a livello globale che è diventato un modello per i stati europei quindi credo che ci siano le condizioni perché forse per prima volta si possano superare anche quelli che sono elementi di piccola divisione politica e si possa veramente dare l’esempio di una visione comune per la realizzazione dell'infrastruttura che va oltre quelli che sono gli aspetti semplicemente economici”.
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