ALESSANDRO GALLO
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Sport

Dado Lombardi morto, basket in lutto

Ha vestito la maglia sia della Virtus che della Fortitudo, il ricordo dei club: "Uno dei più grandi giocatori degli anni Sessanta"

A sinistra Gianfranco Lombardi detto Dado con Schull

A sinistra Gianfranco Lombardi detto Dado con Schull

Varese, 22 gennaio 2021 - La notizia comincia a farsi largo nel pomeriggio. E’ morto Gianfranco Lombardi. Per il suo mondo, quello dei canestri, era semplicemente il Dado. Aveva 79 anni e abitava in provincia di Varese. Originario di Livorno, dov’era nato il 20 marzo 1941, Lombardi arriva giovanissimo alla Virtus. E’ il 1958. Ci resta per 12 lunghi anni. Arrivano un secondo posto nel 1961 e due volte il titolo di cannoniere, 1964 e 1967.

Il Dado, che nel frattempo diventa “Mc Lombard” è una macchina da canestri. Se ne accorgono anche gli americani, alle Olimpiadi di Roma, nel 1960. Il Dado ha appena 19 anni, non è ancora maggiorenne (all’epoca la maggiore età la si raggiungeva a 21) eppure dà spettacolo al punto da essere inserito nel quintetto ideale di quell’edizione dei Giochi.

Gli statunitensi gli fanno l’occhiolino, lui tira dritto. Gioca per la Virtus, “perché la Virtus è il massimo”, dice.

Nel 1970 passa alla Fortitudo per 25 milioni di vecchie lire. Resta due anni, poi va a Rieti dove comincia la carriera da allenatore. Se in campo, da giocatore, è un profeta del corri e tira, come coach si trasforma. Difese, tattica, strategie e tante trovate vincenti. Tra Reggio Emilia (due volte), Rieti, Siena, Trieste, Forlì, Rimini, Livorno, Varese, Verona conquista cinque promozioni.

Gli manca solo la panchina di un top club. Nel 1997 arriva in finale di Coppa Italia. Ma deve arrendersi alla Virtus di Roberto Brunamonti. La Virtus gli resta nel cuore. Smette nel 2001 come coach. L’anno dopo Marco Madrigali, presidente e proprietario della Virtus Bologna, lo porta in bianconero come direttore generale. E’ una stagione da dimenticare, ma non per colpa del Dado. E’ l’annata del lodo Becirovic che si chiude con la radiazione del club.

Ma il Dado doveva metterci le idee e la faccia. Non quei soldi che, a un certo punto, non ci sono più. Brillante commentatore televisivo, entra nel 2007 nell’Italia Hall of Fame. Un gigante in tutti i sensi anche nel campo della comunicazione.

Lo ricorda, in una nota, la Fortitudo. “Fortitudo Pallacanestro partecipa al cordoglio del mondo del basket per la scomparsa di Gianfranco ‘Dado’ Lombardi, tra i più grandi giocatori italiani degli anni Sessanta, colonna della Nazionale e simbolo della pallacanestro della nostra città, nella quale giocò per 14 anni consecutivi, vestendo la maglia della Fortitudo agli inizi degli anni Settanta. Fortitudo Pallacanestro si stringe in un forte abbraccio ai familiari di Gianfranco Lombardi e condivide con loro questo momento di dolore e sconforto”.

Lo ricorda la Sef Virtus che proprio in questi giorni festeggia i primi 150 anni di vita della società. Una foto di Dado Lombardi, con la V nera sul petto, si trova al teatro Romano, nella mostra che la Sef ha allestito per ricordare i propri eroi. L’immagine del Dado è stata messa all’ingresso della mostra e listata a lutto. Parla per tutti Cesare Mattei, presidente della Sef Virtus. “Avremmo voluto portarlo alla mostra - dice commosso Mattei -. Avremo modo di ricordarlo e di celebrarlo. Intanto ci stringiamo con un abbraccio alla sua famiglia”.

E arriva anche una nota della Virtus. “Virtus Pallacanestro Bologna si unisce al cordoglio per la scomparsa di Gianfranco Lombardi”.

Un personaggio così mancherà terribilmente al mondo dei canestri e dello sport.