MARIATERESA MASTROMARINO
Bar Carlino

Fumetto sul settimo scudetto del Bologna: la storia raccontata da Morozzi e Cortesi

Un nonno racconta al nipote il settimo scudetto del Bologna nel fumetto di Morozzi e Cortesi, tra emozioni e storia. Lo scrittore e tifoso a Bar Carlino

Gianluca Morozzi, foto di Donata Cucchi

Gianluca Morozzi, foto di Donata Cucchi

Bologna, 9 dicembre 2024 – Un fumetto che racconta la storia del settimo scudetto del Bologna, vinto nel 1964. La passione, tra i disegni di Simone Cortesi e il racconto di Gianluca Morozzi, non si tramanda di padre in figlio, ma da nonno a nipote. Che è poi "quello che è successo a me, che mi sono innamorato del Bologna grazie a mio nonno". Sarà proprio Morozzi, scrittore poliedrico, fumettista e conduttore radiofonico a parlare di ‘BO64 - La storia incredibile del settimo scudetto del Bologna fc’ (9970 edizioni), mercoledì nel salotto di Bar Carlino, dalle 18.

Morozzi, cosa si ripercorre all’interno del fumetto?

"L’anniversario del settimo scudetto è già di per sé romanzesco, tra colpi di scena ed eventi, quindi da romanziere e tifoso rossoblù ho scritto, accompagnato dai disegni di Simone Cortese, questo graphic novel, seguendo un’idea semplice".

Cioè?

"Un nonno che racconta al nipote la storia che ha vissuto in diretta, da giovane. Gli racconta dei colpi di scena cui ha assistito, in una Bologna del ‘64 che abbiamo cercato di riprodurre fedelmente. In tanti ci dicono che è emozionante e ne siamo contenti".

Lei come si è appassionato al club?

"Come succede nel fumetto, grazie a mio nonno: accompagnandomi a scuola, nell’83, iniziò a raccontare e a trasmettermi la passione. Così sono entrato con testa e cuore in questa follia di sentimento che peggiora di anno in anno".

La prima volta allo stadio?

"Un terribile Bologna-Empoli, 0 a 0 in serie B. Un match che nessuno ricorda tranne me. Da lì sono iniziati gli anni degli abbonamenti e delle trasferte, tra gioie e dolori".

E la Champions?

"Lo scorso anno è stato risarcitorio per tutte le annate noiose. Era giusto. Ora stiamo un po’ soffrendo, ma non è finita".

Pronostici contro il Benfica?

"Percepisco vibrazioni positive, anche se manca Orsolini nel momento sbagliato. Ho buoni presentimenti, anche perché prima o poi una partita Champions la dovremo pur vincere (ride, ndr)".

Bologna città, invece: quanta ne ritroviamo nella sua carriera?

"Tanta. Escludendo due romanzi, gli altri sono ambientati qui. Bologna è comoda: si adatta al noir, ai comici e a quelli musicali. Quando si scrive si sta attenti a non sbagliare i nomi delle vie, per esempio, e Bologna oltre a offrirmi tanti spunti la conosco molto bene. È il mio sfondo".

Riesce a spiegare cos’è la bolognesità?

"Un mix di autoironia e lamento perenne, un nostalgismo a volte sterile per la Bologna di un tempo. A questo si aggiunge il ‘bolognocentrismo’: possiamo essere ironici o risentiti su Bologna, ma solo noi bolognesi. Non accettiamo commenti dall’esterno, abbiamo la sensazione di essere al centro del mondo".