Bologna, 24 novembre 2024 – "Come si diventa davvero bolognesi? È semplice: andando allo stadio, che, sinceramente, per me simboleggia casa, un po’ come San Luca". Franz Campi, cantautore bolognese, ex conduttore radiofonico e personalità musicale a tutto tondo, si è posto tante volte questa domanda e, finalmente, si è dato una risposta. Risposta contenuta nel documentario ’Scusi, cos’ha fatto il Bologna?’ (che verrà presentato domani al Gran Reno, ndr) e di cui sarà il cantautore stesso a parlare a Bar Carlino mercoledì pomeriggio.
Campi, di cosa tratta ’Scusi, cos’ha fatto il Bologna?’
"È un documentario che nasce da un ragionamento: in quanti, alla fine, sono davvero bolognesi a Bologna?".
Si è dato una risposta?
"Sì, sono in pochi i bolognesi doc, ma alla fine tutti lo diventiamo. Un aspetto molto bello, attorno cui ruota il documentario, che raccoglie tante testimonianze, in cui il Bologna è protagonista".
Perché?
"Perché per diventare bolognesi basta andare allo stadio, appassionarsi a una squadra e cantare con i tifosi. È lì che ti senti a casa: il Dall’Ara, coi suoi mattoni rossi, è sinonimo di casa, così come le Due Torri e San Luca. Tutti punti di riferimento che ti fanno sentire bolognese".
Lei lo è?
"Certo, anche se la mia famiglia paterna proviene dalla Bassa".
Da piccolo andava allo stadio?
"Ho il ricordo indelebile di me bambino che, con mio padre, entro al Dall’Ara: sento ancora l’odore dell’erba, l’emozione e l’ingresso dei giocatori. È questa l’immagine che ci unisce tutti e che si colora grazie agli appassionati che intonano i cori. Il Bologna è la mia squadra del cuore. Con mio figlio Andrea (cantautore classe 1997, ndr) ho anche prodotto ’Bologna al Dall’Ara’".
Per lei cos’è la bolognesità?
"Giocare in cortile, dopo scuola, con i miei amici: lì imparavo lo slang, le tradizioni e i modi di fare bolognesi. E poi la merenda che mia mamma mi calava con la corda: il panino con la mortadella. Non c’è niente più bolognese di questo".
Come vede la Champions?
"È stato un avvio difficile, ma sono fiducioso e credo che potremmo toglierci qualche soddisfazione. Ma ricordiamoci che la Champions è una festa".