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Ester Balassini al Bar Carlino: icona del lancio del martello e promotrice delle donne nello sport

Ester Balassini, campionessa di lancio del martello, sfida pregiudizi e stereotipi promuovendo il ruolo delle donne nello sport.

Bologna, 11 dicembre 2024 – Pioniera della specialità del lancio del martello, campionessa italiana dal 2005 al 2022 e portabandiera di un messaggio potente: "Le donne possono essere se stesse nello sport, sradicando pregiudizi e stereotipi".

Ospite oggi pomeriggio al Bar Carlino, dalle 18 da Neri Pasticceria Caffetteria per seguire i rossoblù nella sfida Champions contro il Benfica, l’ex campionessa martellista Ester Balassini, icona della disciplina.

Balassini al Bar Carlino: "Rossoblù in Europa, siamo la città dello sport"
Ester Balassini, campionessa di lancio del martello, sfida pregiudizi e stereotipi promuovendo il ruolo delle donne nello sport.

Balassini, come si avvicina a questa specialità?

"Dai 9 ai 12 anni ho seguito il pattinaggio artistico, ma poi ho avuto un momento di vuoto e dello sport non ne volevo più sapere. Fu mio padre a insistere, spronandomi a tornare in campo. Così mi sono avvicinata all’atletica leggera e, con la base di rotazione del pattinaggio, ai lanci".

Ci racconti...

"Il martello è diventato il prolungamento del mio braccio e mi ha permesso di migliorare la mia persona e la mia autostima. Ma non è stato semplice".

Perché?

"Quando iniziai, la disciplina era allora sconosciuta: nel 1900 la specialità maschile fu ufficializzata e ci vollero 95 anni per dare alle donne la stessa possibilità. Grazie a Cristina Marchi trovammo negli annuari il dottor Andrea Soldati, che nel 1976 lanciava il martello: con lui iniziai l’impostazione e dopo appena tre anni feci il record italiano. Poi ho iniziato il mio percorso con Marinella Vaccari".

È stata una apripista.

"Ne sono molto fiera, non tanto per i grandissimi risultati che da subito ho ottenuto, ma per essere stata una delle prime a dimostrare che le donne potevano lanciare il martello. Che questo non le avrebbe rese meno femminili o meno donne, ma donne sportive. Un percorso vissuto a pieno e tanto desiderato, costellato di pregiudizi e stereotipi, che ora mi impegno a portare avanti nel locale e anche al fianco della presidenza nazionale Fidal".

Bologna, per lei, è la città dello sport?

"Negli ultimi anni Bologna lo è diventata ancora di più, grazie anche al lavoro dell’assessora Roberta Li Calzi. Qui ci sono discipline e realtà che prima erano meno considerate, affiancate da basket e calcio. Stiamo vivendo un momento davvero bello per lo sport a Bologna, che continua a sfornare campioni e atleti. E la riqualificazione dell’antistadio con otto corsie per l’atletica mi emoziona. C’è ancora da fare, ma Bologna è il terreno giusto su cui continuare a lavorare".

Adesso c’è anche la Champions.

"Quando gioca il Bologna, la città si scalda. Il Bologna in Champions porta una serata in più di calore e passione allo stadio. E c’è anche un’altra cosa che vorrei sottolineare".

Quale?

"Katia Serra (ex calciatrice bolognese) ha portato la sua telecronaca alla finale dell’Italia agli Europei. Ha portato la sua voce in un ambiente in cui la donna non ci è mai stata, come ho fatto io nel lancio del martello: ecco, voglio dire che la donna in questo campo è un valore aggiunto. Un passo alla volta, con fatica, continueremo a farlo".