Tenacia e determinazione lo contraddistinguono da sempre e fanno di lui un atleta instancabile. Stiamo parlando di Orazio Maria Asta, classe 2003, già pluricampione Italiano per la Federazione Italiana sport paralimpici degli intelletivo relazionali (Fisdir) e per la Federazione italiana sport paralimpici e sperimentali (Fispes); la sua ultima vittoria proprio ieri nei 1.500 indoor, ma le sue distanze sono anche i 400 metri e gli 800.
Corre in gare Fidal e Fisdir con la maglia della Sef Virtus Emilsider, mentre per la Fispes è tesserato per la squadra della Francesco Francia.
Quando ha iniziato a correre?
"Ho cominciato nel 2013 all’età di 10 anni e quindi ho alle spalle ben dieci stagioni di atletica leggera. Spero che ce ne siano ancora tante altre con molte soddisfazioni. Mi alleno cinque volte a settimana, tre al campo Baumann con il tecnico Salvatore Dragonetto e due volte a casa con mio padre Giuseppe, che è un esperto podista".
I titoli italiani non le mancano, quali sono attualmente i suoi primati?
"I miei migliori tempi sono 4’32”60 nei 1.500 e 2’16”66 negli 800. Sono fiducioso di migliorarli, la costanza e la determinazione non mi mancano".
L’obiettivo per il 2024?
"È molto semplice: stare bene e potere partecipare sia alle gare del circuito FIspes e Fisdir, ma anche a quelle Fidal, dando così una mano alla Sef Virtus Atletica. In generale voglio continuare con questo sport, perché mi diverto tanto e quando corro mi sento libero e felice. Volendo andare più nel dettaglio, spero di confermare pure i titoli conseguiti finora".
Al campo Baumann è quasi una celebrità.
"Nonostante abbia già visto piste e circuiti bellissimi e nuovi di zecca, la mia pista preferita è proprio il Baumann, praticamente la mia seconda casa, anche se avrebbe bisogno di lavori importanti di ripristino della pista. Quando mi alleno lì in tanti mi incorraggiano e posso dire di avere diversi amici e sostenitori, questo mi aiuta anche a migliorare e a non mollare mai".
Come vive i momenti prima di una gara? Come fa a trovare la giusta concentrazione?
"Il mio pregara è composto da vari esercizi di andature e variazioni di ritmo. Preferisco riscaldarmi da solo perché così mi concentro al meglio per la gara imminente. Dovendo scegliere tra 800 e 1.500, scelgo questi ultimi come mia gara preferita, perché riesco a esprimermi al meglio e, su quasi i quattro giri di pista, posso impostare una tattica tutta mia e gestire la gara come preferisco o almeno ci provo".
Qual è il suo sogno e cosa le piace di questo sport?
"Il mio sogno è quello di diventare un atleta professionista ed entrare in un gruppo sportivo militare così da partecipare ai Giochi Paralimpici. Cosa mi piace?
La fatica, il sacrificio e l’impegno nei duri allenamenti, anche in condizioni di freddo e di caldo estremi: sono le condizioni che mi danno un’adrenalina e una carica per fare sempre di più e sempre meglio".
Con il lavoro riesce ad allenarsi senza particolari problemi?
"Sì, devo dire che, con l’aiuto dei miei genitori, riesco a conciliare gli impegni di lavoro con la pratica sportiva. Solitamente, dopo una giornata di lavoro in fabbrica, esco circa alle 17 e vado direttamente al campo, oppure mi alleno a casa a seconda dei giorni".
Come è iniziato l’anno?
"Bene già con la prima gara campestre di 8 chilometri a Cesena di cui sono soddisfatto. Sto eseguendo della fisioterapia per il ginocchio, ma niente di preoccupante: il medico ha detto che mi posso allenare e gareggiare tanto che ieri ho corso ad Ancona ai campionati Italiani Indoor Fispes e sono arrivato primo nei 1.500 metri dopo una volata allo spasimo (sesto titolo tricolore per lui, ndr)".
Pregio e difetto?
"Come detto il mio pregio è che mi alleno con costanza e impegno. Un mio difetto, invece, è che faccio fatica ad accettare le
correzioni di alcuni esercizi soprattutto di tecnica che non mi risultano facili da eseguire. Ma voglio migliorare anche sotto questo aspetto".
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