Wanna Marchi su Netflix, la docu-serie ne svela tutti segreti

A ottant'anni la 'regina delle televendite' torna a far parlare di sé: da domani via alle 4 puntate che racconta la sua storia e quella della figlia Stefania Nobile

Wanna Marchi

Bologna, 20 settembre 2022 - Wanna Marchi, all'anagrafe Vanna, 80 anni compiuti lo scorso 2 settembre, è di nuovo sotto i riflettori. Il colosso Netflix ha, infatti, dedicato alla "regina delle televendite" una docu-serie di 4 puntate (scritta e diretta da Alessandro Garramone), in onda da mercoledì 21 settembre, per raccontare nel dettaglio la storia di Wanna e di sua figlia Stefania Nobile. Un percorso segnato da alti e bassi: dalla popolarità degli anni Ottanta alla condanna in Cassazione, passando per le urla in tv e gli inseguimenti di Striscia la Notizia. Ecco la storia della televenditrice più famosa d'Italia. 

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Wanna Marchi: l'esordio della "regina delle televendite"

Wanna Marchi nasce nel 1942 a Castelguelfo di Bologna. Perde il padre a 12 anni e subito inizia a lavorare come estetista. A 18 anni si sposa. Dal matrimonio con Raimondo Nobile nascono due figli, Maurizio e Stefania, l'unione terminerà poi in modo burrascoso negli anni Sessanta. Parlando di Raimondo, Wanna lo definirà un uomo violento e un traditore. 

Poi l'esordio sul piccolo schermo. In una nuovissima tv a colori, tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, nascono le televendite e nasce il personaggio di Wanna Marchi. La sua voce inconfondibile, acuta e potentissima, rompe lo schermo e si fa subito riconoscere. All'urlo del tormentone "D'accordo?", l'imbonitrice di Castelguelfo prova a vendere prodotti dimagranti a base di tarassaco e alghe.

La Marchi "voleva essere la numero uno", e grazie alla sua verve nel 1983 ottiene una trasmissione tutta sua su Rete A, il "Wanna Marchi Show", che conduce insieme ai figli Maurizio e Stefania. Tra i vari prodotti venduti, il cavallo di battaglia è lo "scioglipancia" in offerta a 100 mila lire.

Gli anni Novanta e il successo

Grazie alla gestualità appariscente e alle grida, Wanna Marchi negli anni Novanta è ormai popolarissima. Abbastanza da ottenere il titolo di "regina delle televendite". A metà strada tra una televenditrice e una primordiale icona trash, la Marchi cavalca l'onda del successo incidendo un singolo - il titolo è ovviamente "D'Accordo?" - e recitando in uno sceneggiato prima e in una pellicola poi.

Striscia la notizia e l'arresto: il caso Marchi Nobile

La prima condanna - 1 anno e 11 mesi di reclusione - arriva nel 1990. La Marchi viene processata per bancarotta fraudolenta e per il fallimento della società a lei intestata. Ma ciò non basta ad affossarla. Un anno dopo è di nuovo in tv insieme alla figlia Stefania.

Poi nel 1996 ad affiancare l'imbonitrice c'è una figura nuova: il brasiliano Màrio Pacheco do Nascimento, conosciuto come il Maestro do Nascimento. Numeri fortunati per il lotto, amuleti, talismani, kit contro il malocchio (sale da cucina e rametti d'edera). Attraverso la società Asciè, la coppia inizia vendere "la fortuna". Ed è tutto uno spettacolo dolceamaro ai danni dei malcapitati che comprano i loro prodotti.

I primi a svelare le truffe della "geniale imbrogliona" e del sedicente mago sono gli "inviati" della trasmissione Striscia la notizia. Il primo scoop esce il 27 novembre 2001: negli anni a seguire i servizi dedicati al caso Marchi saranno una costante per il programma Mediaset.

Nei primi anni Duemila Wanna Marchi e sua figlia Stefania sono nell'occhio del ciclone. Il vaso di pandora scoperto attira i giornalisti d'inchiesta di varie reti televisive ed è subito un caso mediatico. Nel 2002, Wanna, sua figlia e le altre persone legate alla socità Asciè vengono arrestate, e nel luglio 2003 inizia il processo "Marchi Nobile".

La condanna e il ritorno in tv

Il 3 aprile 2006 Wanna Marchi e la Stefania Nobile vengono condannate a due anni e sei mesi di reclusione nel processo bis per truffa. Il Maestro do Nascimento, sapendo dell'imminente arresto scappa in Brasile e viene condannato con rito abbreviato a 4 anni di reclusione.

Negli anni del processo madre e figlia non riusciranno a staccarsi dai riflettori. Una volta ottenuti i domiciliari, continueranno a comparire in videoblog  e in altri spazi del web per raccontare la loro "verità". Il caso si chiuderà in via definitiva nel 2009 con la condanna della Corte di cassazione a 9 anni e 6 mesi per Wanna e 9 anni e 4 mesi per Stefania.

Anni dopo, le due televenditrici riusciranno a tornare davanti alle telecamere grazie a qualche ospitata televisiva o nei reality show. Immancabile l'intervista con Maurizio Costanzo. Ma la differenza per far tornare a parlare di sè la farà la docuserie di Netflix, in uscita il 21 settembre. D'altronde la Marchi lo sa bene, che se ne parli bene o male non importa: non esiste cattiva pubblicità.