Bologna, 20 settembre 2021 - Cosmo getta la spugna e annulla, per ora, i concerti programmati a Bologna per venerdì 1 ottobre, sabato 2 e domenica 3 prossimi. "Nostro malgrado, siamo costretti a rimandare i live a Bologna", commenta il Marco Jacopo Bianchi, alias Cosmo, che si dice "deluso" e "amareggiato". I tre concerti avrebbero dovuto essere usati come test - aveva ipotizzato il ministro della Cultura, Dario Franceschini - per una capienza più ampia negli spettacoli dal vivo, basandosi ovviamente sul green pass.
Ma Cosmo assicura che non è un addio, ma solo un arrivederci. "I concerti si faranno, anche se ancora non vi possiamo dire quando". "Dovremo aspettare anche noi il 30 settembre per potervi indicare delle date che speriamo possano essere le più vicine possibili" e si rivolge direttamente ai suoi fan assicurando sostegno "se sarete costretti a venire comunque a Bologna, se non potrete ricevere il rimborso di treni o alberghi etc etc".
Ma ora, a circa dieci giorni dalla prima data, tutto viene rimandato. La causa? "Le scelte fatte dalla politica, e per i tempi della burocrazia. Non certo per una situazione di emergenza ospedaliera", tuona Cosmo. "Purtroppo il governo ha detto che si esprimerà sulla possibile abolizione del distanziamento soltanto il prossimo 30 settembre - spiega in un lungo messaggio -, il giorno prima di un evento che ha bisogno di tempo per essere allestito e che non può rischiare di venire bloccato last minute con tutto quello che ne comporterebbe".
L'idea di Cosmo era "di poter creare un precedente sensato che aiutasse lo Stato e il settore a marciare verso una riapertura reale e non fittizia. Credevamo - e lo abbiamo fatto prima ancora che il governo si esprimesse nel merito - che l'utilizzo del green pass potesse essere un veicolo per ricongiungerci alla normalità e anche un mezzo per spingere la comunità (e soprattutto le fasce più giovani) a vaccinarsi".
E invece "fuori dalle arene dedicate alla musica sembra sia possibile fare tutto quello che da decreto risulterebbe vietato nei nostri eventi - prosegue -. Le nostre istituzioni, all'inizio della pandemia, avevano detto che nessuno sarebbe stato lasciato indietro, e invece il nostro settore se lo sono proprio dimenticato, lavandosi la coscienza con ristori mal distribuiti e limitazioni che alla lunga costringeranno in tanti a tirare i remi in barca", attacca. Cosmo chiama in causa anche il ministro Franceschini accusato di aver "abbandonato completamente i valori relativi alla tutela del lavoro e quelli sull'importanza dell'aggregazione sociale, per sposare una sorta di prudentismo immobilista e per nulla volto al futuro".