
Raf e Umberto Tozzi salgono insieme sul palco dell’Europauditorium
Bologna, 24 novembre 2021 - Due amici , una storia. Quella del tour che stasera riporta Raf e Umberto Tozzi sul palco dell’Europauditiorium, col loro carico di hit entrate sottopelle a due generazioni. Uno voleva fare il chitarrista, l’altro il cantante “british”, ma si sono ritrovati entrambi nell’Olimpo del pop internazionale a colpi di primi posti in classifica. Merito del paroliere-produttore Giancarlo Bigazzi , mentore di entrambi, del terzo posto di ’Gente di mare’ all’Eurovision, ma anche di Laura Branigan che impose nelle ’charts’ americane prima ’Gloria’ , poi ’Ti amo ’ e infine ’Self control’ . "A volte nelle cose la fortuna gioca un ruolo decisivo – ammette Tozzi –. Il produttore Jack White scelse ‘Gloria’ come riempitivo del primo album di Laura, ma i dj iniziarono a programmarla trasformandola in una grande hit pure oltre oceano. A quel punto Jack chiese alla Cgd, nostro editore, se avesse altre cose interessanti da fargli ascoltare e gli fu proposta ‘Self control’ … il resto è storia". Casi della vita.
Dopo tre rinvii siete finalmente ripartiti da Fermo. È la volta buona. Tozzi : "Fatti i debiti scongiuri, sì. Io e Raffaele siamo tra i pochi fortunati che hanno potuto riprendere un tour interrotto; quindi, sul palco c’è grande positività e tanta voglia di suonare".
Nel repertorio che proporrete all’Europauditorium ci sono solo hit? Raf : "Sì. Invece che ‘Due – La nostra storia’ avremmo potuto chiamare questo show ‘Festivalbar’ o anche ‘Festival di Sanremo’ visto che, oltre a ‘Cosa resterà degli anni ‘80’ e ‘ Gli altri siamo noi ’, non manca ‘Si può dare di più’ ".
Rispetto ai palasport cosa cambia? Tozzi : "Data la cornice, cambia sicuramente l’approccio. E il pubblico si trova a provare emozioni totalmente diverse rispetto a quelle delle arene, cosa che gli consente di scoprire anche altri aspetti della nostra musica". Raf : "Abbiamo portato pure qualche piccolo cambiamento di scaletta in chiave più intimista, giocando sull’equilibrio fra voci e chitarre. Anche se certe canzoni dall’impronta pop-rock di Umberto e altre pop-elettroniche mie che uscirebbero penalizzate dalla veste acustica le abbiamo lasciate, ovviamente, così com’erano".
Nel 1987 portaste in Europa ’Gente di mare’. Il vostro Eurovision era lo stesso dei Maneskin? Tozzi : "No, sono cambiati i tempi. Quando andammo noi c’erano artisti molto radicati pure su palcoscenici di quel tipo. Vinse l’Irlandese Johnny Logan, soprannominato poi ‘Mister Eurovision’ per averne vinti due da interprete e uno da autore. Allora la gara era fra canzoni, mentre oggi mi sembra più fra performance. Questo senza nulla togliere al successo dei Maneskin, perché vedere gli occhi del mondo puntati su un artista italiano fa sempre un grandissimo piacere". Raf : "La ‘ Hold me now ’ che regalò a Logan il gradino più alto di quella edizione non ottenne poi il riscontro di classifica centrato invece da ‘Gente di mare’ , che in giro per l’Europa cantano ancora tutti".
Cosa vi aspettate quando andate in scena? Raf : "Di divertirci divertendo. Nei palasport abbiamo raccolto solo entusiasmo e questa è stata la soddisfazione più grossa. C’è pure una componente nostalgica, perché, gran parte di queste canzoni appartengono ad un passato che non passa. Il successo del nostro spettacolo è la dimostrazione che le canzoni di allora hanno un ruolo ancora oggi, mentre dubito che accadrà lo stesso con molte di quelle che hanno traversato le classifiche dell’ultimo decennio".
Perché? Raf : "Perché un tempo la canzone era al centro di tutto, mentre oggi entrano in gioco altri fattori. Si consuma tutto molto velocemente e la musica non regge più la prova del tempo". Tozzi : "Noi siamo nati in un’epoca analogica, in cui esistevano sonorità molto personali che consentivano d’individuare l’artista immediatamente, mentre oggi differenziare è più difficile perché il digitale ha appiattito l’originalità".