Bologna, 7 agosto 2023 - Strage di Bologna, non si arresta la polemica politica innescata dalle parole di Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, che ha dichiarato che con le 85 vittime del 2 agosto in stazione "Mambro e Fioravanti non c'entrano" e che il giorno dopo ha rincarato la dose paragonandosi a Giordano Bruno.
"È colpa delle omissioni di Giorgia Meloni sulla matrice neofascista della strage se poi ci sono personaggi come Marcello De Angelis che dicono quello che dicono”, ha detto in un'intervista a Radio Popolare Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione Familiari delle Vittime. “La Presidente del Consiglio doveva essere chiara subito, fino in fondo - ha aggiunto -. È inutile che parli di terrorismo cattivo o strage macabra. Anche lei conosce le sentenze passate in giudicato della magistratura. Poteva dire le cose come stanno”.
De Angelis non si dimette
Oggi sono arrivate le scuse del portavoce del Lazio in un lungo post su Facebook, nel quale non annuncia le sue dimissioni: "Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili".
De Angelis ha ribadito inoltre il rispetto per il Quirinale: "Ho servito e rappresentato le istituzioni democratiche per anni e ne ho il massimo rispetto, così come per tutte le cariche dello Stato, che da parlamentare ho contributo ad eleggere e che oggi sostengo come cittadino elettore. Fra queste e prima di tutte, la Presidenza della nostra repubblica".
"Nel ribadire il mio rispetto per la magistratura – continua il responsabile della Comunicazione della Regione Lazio, ritengo che tutti abbiano diritto ad una verità più completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate. Ho appreso che l'attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l'attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze già emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri".
La richiesta di dimissioni e l’incontro con Rocca
Le opposizioni, per una volta unite, chiedono al Governo Meloni di prendere posizione e secondo alcuni - vedi il Corsera - la premier si attende le dimissioni di De Angelis. Dal governo il ministro Piantedosi sottolinea di aver sempre detto che "la matrice della strage è accertata". Ma non basta al Pd, soprattutto nella città ferita di Bologna, dove oggi parla, giustamente indignata, una sopravvissuta, che chiede a De Angelis di "portare le prove in aula". Il processo ha spazzato via i dubbi con le condanne degli ex Nar.
Nel frattempo, governatore del Lazio, Rocca, aveva fatto sapere di un incontro con De Angelis: “Ascolterò quello che avrà da dirmi, poi farò le mie valutazioni. Credo che De Angelis abbia commesso un errore importante nel parlare in termini di certezza - aggiunge il governatore - questo mi sento di rimproverargli. Però lui ha parlato in termini personali, ci tengo a chiarirlo".
Lepore: destra inquietante
Torna a farsi sentire anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore: "Qualcuno ha paura della sentenza sui mandanti della strage di Bologna del 2 Agosto 1980? Io ho due ipotesi. O una parte del governo guidato da FdI non può prendere le distanze da dichiarazioni negazioniste come quelle di Marcello De Angelis, oppure non vuole. Entrambe le ipotesi sono inquietanti", dice in un'intervista a Repubblica.
Piantedosi: matrice neofascista accertata
Da parte sua il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi chiarisce: "Ho più volte detto pubblicamente che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni. Ho fatto chiaramente riferimento alla verità giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo argomento è opera di chi pretende di avere l'esclusiva dell'indignazione rispetto a una delle pagine più dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da sé", dice al Corriere della Sera. E aggiunge: "Ci sono dei processi in corso con l'obiettivo di completare il quadro dei depistaggi, delle complicità e di eventuali mandanti. Ogni ulteriore operazione tendente ad eliminare ogni residua zona d'ombra è utile e opportuna".
Lollobrigida: “De Angelis? Non ne abbiamo parlato in Cdm”
"Non ne abbiamo parlato in Consiglio dei ministri", così in conferenza stampa il ministro dell'Agricoltura ed esponente Fdi, Francesco Lollobrigida, liquida la domanda sulla polemica che ha investito il responsabile della comunicazione di Regione Lazio, Marcello De Angelis.