Bologna, 11 novembre 2024 – Dopo Salvini, Meloni e La Russa, continua con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi il caldo botta e risposta con il sindaco di Bologna Matteo Lepore sugli scontri di sabato. “Ci hanno mandato 300 camicie nere”, aveva dichiarato ieri il sindaco riferendosi al governo. E poi: “È entrata in questa vicenda una strumentalizzazione politica enorme perché metà del governo è intervenuto su questa questione”, dal presidente del Senato alla premier, “nelle immediatezze della manifestazione, senza conoscere cosa era stato fatto e cosa era successo realmente. Per cui sono entrati in piena campagna elettorale”, ha detto oggi, a margine di un'iniziativa della Cgil a Bologna. “Credo che la volontà di chi è venuto a manifestare con la camicia nera fosse quello di creare un caso e di far parlare di altro, di non far parlare di quello che la destra e il governo non stanno facendo in Emilia-Romagna. È evidente. Penso che tutti i cittadini rifletteranno su quello che è successo e si faranno un'opinione”, ha aggiunto.
“Sono stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco Lepore – controbatte Piantedosi – al quale, come doveroso, il Governo ha sempre assicurato ogni forma di convinta e leale collaborazione, da ultimo in occasione della recente alluvione della città e delle connesse polemiche che ne sono conseguite”. C'è “irresponsabilità”, secondo il ministro, nell'accreditare “la tesi non veritiera della presunta contrarietà allo svolgimento” dell'iniziativa. “Ancor più grave – aggiunge – insinuare presunte regie o interventi 'da Roma’”.
"È sconcertante che il sindaco di una città importante come Bologna, dopo episodi di violenza vergognosi e i centri sociali che menano e inseguono i poliziotti con i bastoni, invece di chiedere scusa dica che il governo manda in giro per l'Italia le camicie nere. – è l’affondo del vicepremier Matteo Salvini -. Se uno pensa alle camicie nere nel novembre del 2024 ha dei problemi. Io con Lepore lavoro aldilà degli schieramenti, come sul tema del passante, ma è un problema che il sindaco di una grande città pensi al fascismo quando il problema sono i centri sociali rossi”.
“Penso che la presidente Meloni – rincara Lepore – debba spiegare non solo a noi che cosa è successo in piazza, ma deve spiegare come mai sia stata presa la decisione di organizzare una manifestazione di questo tipo in pieno centro a Bologna e spero anche che parli di altro, che venga a dirci dei fondi dell'alluvione”, “delle risorse per la sanità, per le forze dell'ordine”. “Ci sono tante cose che la politica di Roma deve dire a Bologna. Non basta venire a dire come dice Salvini 'zecche rosse’ o che bisogna fare meno confusione nelle manifestazioni. Ogni manifestazione quando ha degli atti violenti deve essere sempre censurata”.
Lepore legge il verbale della Prefettura sull’accordo per cambiare luogo della manifestazione
"Viene messa in discussione – osserva Piantedosi – la correttezza dell'operato della prefettura e delle forze di polizia nella complessa e sempre delicata attività di gestione dell'ordine pubblico. C'è qualche irresponsabilità nell'accreditare la tesi non veritiera della presunta contrarietà allo svolgimento di una manifestazione facendo riferimento a documenti ufficiali che, al contrario, testimoniano che nessun divieto era stato richiesto, ma era stato solo dato mandato alla questura di negoziare tempi e percorsi della manifestazione, come del resto sempre avviene”. “Confido - aggiunge - che il termine della campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali riporti alla ragione e all'impegno istituzionale nell'esclusivo interesse dei cittadini”.
Queste affermazioni del ministro si riferiscono anche a queste altre del sindaco: “Ho il verbale anche qui, non è costume di solito diffondere i verbali però visto che la Prefettura ha fatto un comunicato dove dice il contrario io penso di dover leggere il capoverso” in cui “si dice che 'il Prefetto, su conforme parere del consesso - cioè di tutte le persone che erano presenti - dispone che la Questura attraverso la Digos assumerà opportuni contatti con il movimento nazionale reti Patrioti dell'Emilia-Romagna al fine di addivenire un'opportuna modifica del luogo di svolgimento della manifestazione, che dovrebbe avvenire al di fuori del centro storico. Si ipotizza a tal fine la zona di Piazza della Pace’. Questo è quello che abbiamo concordato e che è stato messo a verbale", ha detto il sindaco Lepore sul verbale del comitato per l'ordine. Il sindaco "prega chi di dovere" di “rettificare quello che è stato detto ieri, perché questa è la verità, scritta verbale", aggiunge a proposito della nota della Prefettura di Bologna. "Dopodiché – sottolinea Lepore – sta al Ministero degli Interni spiegare chi e come ha cambiato idea. Magari sono stati commessi degli errori, questo io non lo so, perché noi ci siamo ritrovati nel Comitato per l'ordine pubblico, però credo sia giusto dire ai cittadini quello che è veramente successo e quali sono le responsabilità". Il sindaco si dice anche disponibile a incontrare prefetto e questore. "Fin qui abbiamo sempre avuto una leale collaborazione".
Il sostegno di Lepore alla vicesindaca Emily Clancy
"La vicesindaca ha tutto il mio sostegno. Giustamente i consiglieri comunali, come la giunta, frequentano la città per controllare e vedere quello che succede. Non ha commesso reati, non ha fatto nulla", ha anche aggiunto Lepore – sempre a margine dell'iniziativa della Cgil –commentando la presenza di Emily Clancy al corteo antifascista di sabato, presenza polemizzata dal centrodestra che ne chiede anche le dimissioni. Da Lepore piena solidarietà alla sua vice: "Era lì perché democraticamente noi vogliamo sapere e vedere come viene gestito l'ordine pubblico. Se per questo la mia Capo di Gabinetto era in piazza XX settembre e ha visto tutto quello che è successo. Sappiamo benissimo che in Piazza XX Settembre c'erano dei liberi cittadini che erano lasciati lì. Se la polizia avesse lasciato passare i Patrioti, probabilmente ci sarebbe stato uno scontro anche con dei liberi cittadini, quindi è evidente che si è sfiorato anche un incidente in più occasioni e a un certo punto i Patrioti non sono stati fatti entrare in piazza proprio per quello. Ci si doveva pensare prima perché mi chiedo cosa sarebbe potuto accadere. Bologna è una città democratica, è una città vigile che non si fa piegare e che vuole delle spiegazioni", ha concluso Lepore.