Bologna, 14 settembre 2023 - E' arrivata fino in Liguria e in Europa, dove ha scatenato la polemica, l'eco del gesto della 'sardina' Mattia Santori (Pd), che tre giorni fa ha portato in consiglio comunale a Bologna un vasetto di pesto e uno di cannabidiolo (Cbd), la sostanza chimica presente nella pianta di cannabis, per protestare contro il decreto del Governo Meloni che di fatto classifica il 'Cbd' tra le sostanze stupefacenti.
"Questo è un vasetto di pesto di una nota marca italiana e questo è un vasetto di infiorescenze di Cbd di una nota marca italiana. Entrambe le aziende che producono questi vasetti possiedono la partita Iva, pagano le tasse e i dipendenti, rischiano capitale proprio. Entrambi sono legali e sono made in Italy", era stata la dichiarazione.
La risposta di Toti e le altre reazioni
Sui social il governatore ligure Giovanni Toti tuona: "Io fossi in voi mangerei più pesto e mi farei meno canne. Vedrete che i vostri ragionamenti saranno più lucidi", mentre l'assessore al Commercio del Comune di Genova Paola Bordilli annuncia: "La Lega chiederà un danno economico e d'immagine per Genova e la Liguria. Il pesto, che risulta il prodotto più ricercato dai turisti e tra le prime salse di condimento conosciute e apprezzate nel mondo, è un'eccellenza di Genova e di tutta la Liguria. Le nostre aziende rischiano di subire un danno economico per le dichiarazioni insensate dell'esponente dem. Si vergogni e chieda subito scusa". "Un'offesa alla Liguria, il Pd ligure prenda le distanze", sollecitano i consiglieri regionali di Fratelli d'Italia Stefano Balleari e Veronica Russo.
La replica di Santori
La risposta di Santori arriva con un video su Instagram: "Vorrei rassicurare i genovesi e i liguri: Mattia Santori non ha mai attaccato il pesto. Siete tutti vittime di una chiara strategia che tende a screditare un messaggio politico solo perché scomodo o, forse, perché è più facile dire che Mattia Santori attacca il pesto ed è un anti patriota, piuttosto che capire nel profondo il mio messaggio". Quello andato in scena oggi, secondo il dem, è "un dibattito paranormale di chi non ha risposta da dare. Il mio messaggio è che amo talmente tanto il made in Italy che sto conducendo una battaglia per difendere il Cbd, sostanza che non ha nessun effetto psicotropo e che non si può equiparare alle droghe, altrimenti sarebbe come dire che salvia o basilico sono sostanze psicotrope".
Il timore di Santori è che si tratti "solo di un primo passaggio per un attacco più ampio. Ma, al di là di quello che si possa pensare sulle droghe leggere, è un'ingiustizia economica perché ci sono produttori agricoli italiani, che operano in un settore completamente legale, che si vedranno una riduzione del fatturato del 30%". Inoltre, sottolinea l'ex sardina, "l'Oms e la Corte di giustizia europea certificano che il Cbd non produce dipendenza e non crea danno alla salute. Questa norma non ha alcun presupposto scientifico né giuridico: si vuol far passare per droga una cosa che droga non è".
La polemica al Parlamento europeo
A margine dei lavori del Parlamento europeo il capodelegazione della Lega Marco Campomenosi ha commentato: "Il sindaco di Bologna deve dissociarsi dalle bizzarre dichiarazioni di Santori". Interviene anche il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all'Agricoltura Alessandro Piana: "È inaccettabile accostare il pesto alla cannabis, confondere la droga, intesa come stupefacente, con i prodotti della drogheria, dalle spezie ai generi alimentari". Da parte sua il senatore Gianni Berrino, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Giustizia, commenta: "Non dovrebbero stupire le boutade dell'ex sardina Mattia Santori, ora consigliere comunale Pd a Bologna, ma questa volta ci ha di nuovo stupito, naturalmente in negativo. Paragonare un vasetto di cannabis a uno di pesto, affermando che tutti e due sono legali e che anche il pesto può essere dannoso, offende i liguri e la gastronomia italiana".