Bologna, 30 settembre 2022 - "Non basta un nuovo segretario, serve un nuovo partito. Il marchio Pd non è più attrattivo, bisogna andare oltre". Mattia Santori, leader delle Sardine, oggi consigliere delegato al Turismo e alle politiche giovanili, in quota Pd, guarda al futuro dem, mentre le grandi manovre del congresso sono già partite.
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Che cosa significa andare oltre al Pd?
"Cambiare nome, insegna, dirigenti, struttura. Serve un soggetto capace di federare tutte quelle energie di sinistra e progressiste. Col marchio Pd ho già litigato in passato: non voglio dire che sia tossico, ma non si può fare finta di cambiare e poi non cambiare davvero. E allo stesso tempo, come dice il professor Prodi, non si può partire dai nomi. Lo sostiene chiaramente anche Enrico Letta che ha deciso di lasciare guardando alle nuove generazioni, non a qualcuno come lui".
Tutti dicono: ’Non facciamo nomi’. Ma c’è già un affollamento per il congresso. Tra i tanti, si parla di Stefano Bonaccini e Elly Schlein...
"Per me Bonaccini è un fenomeno, soprattutto dal punto di vista amministrativo. Elly Schlein, invece, può unire mondi a cui il Pd non parla. Ma – ripeto – prima della leadership serve un percorso profondo per cambiare il Pd".
Dopo la sconfitta elettorale i dirigenti dem dovrebbero lasciare?
"Facciano un passo indietro. Giorgia Meloni non è diventata leader e sarà premier per caso, ma perché Guido Crosetto l’ha presa in braccio, invece che stare lì ad ingombrare una posizione...Non si crea un nuovo segretario dal nulla. Negli ultimi anni il Pd ha bloccato la nascita di nuove leadership. La mia storia lo dimostra".
Non si sente valorizzato?
"Beh se sei giovane, bravo, promettente, c’è chi tra su una cortina di ferro e non ti fa passare. Noi come Sardine abbiamo portato energie, anche da mondi diversi, ma non siamo mai stati davvero coinvolti nel partito, se non da Zingaretti nella prima fase...".
Letta avrebbe dovuto mobilitarvi in campagna elettorale?
"Le Sardine non possono scendere in piazza gratuitamente solo per portare acqua a corpi politici che non aprono a decisioni condivise e scelgono candidature dall’alto. Se ci coinvolgi, vogliamo anche contare".
Bonaccini, però, cita sempre il vostro aiuto a proposito delle famose Regionali in cui i dem hanno battuto la Lega...
"Non basta. Anche se Bonaccini ha avuto un ruolo importante nel convincerci a fare politica da protagonisti".
Tornando al congresso, si deve fare subito o serve più tempo come suggerisce il sindaco Lepore?
"Bisogna dare il via un processo costituente, per questo Lepore ha ragione quando dice che serve più tempo. In questa fase transitoria ci vogliono dei garanti, anche esterni al partito. Penso in primis all’ex ministro Fabrizio Barca, ma anche a Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, ad Antonella Soldo, dell’Associazione Meglio Legale, realtà impegnata per la legalizzazione della cannabis. Dobbiamo aprirci all’esterno, ad altri mondi, al paese reale. Se le regole, i tempi e i candidati continuano a definirli Letta, Dario Franceschini e Andrea Orlando non ci sarà alcuna novità. A questi dirigenti non credo...".
Con un nuovo soggetto politico si rischia una scissione?
"Dipende da come gestisci il processo. Se la scissione viene da chi ha mantenuto blocchi di potere finora, meglio perdere queste persone. Il Pd è gravemente malato, se non mette energie nuove muore. Ora dimostri di essere pronto a mettersi in discussione".
L’allargamento a sinistra sconfina fino ai 5 stelle?
"Le Sardine hanno messo insieme cattolici, omosessuali, liberali, imprenditori, centri sociali, politici e non. Ce l’abbiamo fatta perché quel mondo esiste. E non è del Pd, del M5s, di Articolo 1".
Immagina una specie di nuovo Ulivo?
"Si deve tentare la federazione all’interno di unico soggetto, in cui buona parte dei 5 Stelle può entrare. Ma tutto si può fare partendo dal Pd, la più grande comunità politica in italia".
La tessera Pd, però, non l’ha presa...
"Se restano i soliti noti non la prenderò mai. Ma se si ricostruirà il Pd, m’iscriverò".