ROSALBA CARBUTTI
Politica

Pd tra giri di valzer e veleni: "Festa dell’Unità al Parco Nord. E nel 2025 alle Caserme Rosse"

La segretaria Mazzoni rinvia il trasloco per i ritardi del Passante e difende i risultati dem: "Oltre il 40%". Restano le divisioni. Di Noi accusa: "Persi quattro comuni. Alcuni dirigenti hanno remato contro" .

Da sinistra, i dem Lele Roveri, Federica Mazzoni e Valerio Gualandi

Da sinistra, i dem Lele Roveri, Federica Mazzoni e Valerio Gualandi

Bologna, 30 giugno 2024 – La Festa dell’Unità si concede un altro giro di valzer al Parco Nord. Come anticipato dal Carlino, il Pd di Bologna ha deciso di rimanere nel luogo storico della sinistra, nonostante avesse annunciato il trasloco l’anno scorso con un ultimo valzer degli addii. Dal 29 agosto al 22 settembre, quindi, i volontari dem continueranno a servire tortellini nella location simbolo degli ultimi 50 anni. Lo annuncia la segretaria provinciale del Pd, Federica Mazzoni, dalla Federazione dem di via Andreini: "Dovevamo traslocare a causa dei lavori del Passante autostradale", ma, visti i ritardi, "c’è l’opportunità di organizzare la Festa un altro anno al Parco Nord, perché l’area è ancora vuota".

Il trasferimento ci sarà, ma solo nel 2025, quando bar e ristoranti si stabiliranno al parco delle Caserme Rosse in via di Corticella. Un’altra casa per la kermesse dem vagliata nell’arco dell’ultimo anno, "ma che aveva bisogno di adeguamenti strutturali, dai parcheggi alle forniture elettriche e agli scarichi. Con un anno di tempo, però, riusciremo a fare tutto con serenità", spiega il responsabile della Festa, Lele Roveri. Che, tra l’altro, fa sapere che manterrà la stessa struttura di oggi, sacrificando il luna park e, magari, qualche stand non gestito dal partito.

Usa una delle sue consuete metafore l’ex leader Pd (e testimonial della Festa dell’Unità di Bologna) Pier Luigi Bersani, ieri in videocollegamento: "È come un bis inaspettato di una rockstar. Non si capisce se è la Festa dell’Unità che fa fatica ad andare via dal Parco Nord o se è il Parco Nord che fa fatica ad andare via dalla festa. Comunque è una buona notizia".

Roveri va oltre: "Sarebbe bello se la festa nazionale si rifacesse a Bologna", ma da quello che filtra dal Nazareno pare che non sarà la location prescelta. Nessuna anticipazione sul programma, salvo la certezza che verranno inviati inviti agli esponenti del futuro campo largo in vista delle prossime Regionali. Mazzoni non si sbilancia sulla possibile corsa di Michele de Pascale ("ragioneremo con la segretaria Elly Schlein") e annuncia la raccolta firme alla Festa per il referendum contro l’autonomia differenziata del governo.

La mobilitazione, la sostenibilità economica della Festa al Parco Nord e i buoni conti del Pd di Bologna ("il 2023 si è chiuso con un utile di quasi 100mila euro", dice il tesoriere Valerio Gualandi) però non bastano a raffreddare il clima rovente nel Pd. Sulle accuse sui ballottaggi persi a Castel Maggiore e Pianoro da parte del vicesegretario dem Matteo Meogrossi (ieri assente), Mazzoni si limita a dire "che se ne discuterà nelle sedi opportune". E cioè nella Direzione Pd del 10 luglio ("fissata prima delle Europee") dove si capirà se ci sarà un redde rationem o una tregua armata fino alle Regionali. La leader dem, dalla sua, stoppa gli attacchi: "Parliamo di cose serie. Il Pd è sopra il 40% in tutto il nostro territorio. Le divisioni? Vogliamo essere testardamente unitari, come dice Schlein". Sulle sconfitte non si sofferma: "Abbiamo rivinto anche in Comuni in Appennino e nella Bassa dove non ce lo aspettavamo, e domani sarò a Lizzano...". Parole che in un colpo solo – segno della spaccatura interna – fanno infuriare sia il dem Davide Di Noi (area di Andrea De Maria), sia l’ex sindaco di Lizzano Sergio Polmonari (iscritto al Pd) che manda una frecciatina: "Forse la segretaria non lo sa, ma governiamo Lizzano da anni...". Di Noi, su Facebook, si fa portavoce del malcontento per la mancata autocritica di Mazzoni: "Sono stati persi tre Comuni sopra i 15mila abitanti, più Malalbergo, senza riconquistarne uno", in più "gruppi dirigenti del Pd – dice in riferimento al ’caso Casalecchio’ – hanno sostenuto candidati in opposizione ai nostri. Temi serissimi: se ne dovrà discutere in Direzione".