ANDREA BONZI
Politica

Matteo Renzi stasera a Bologna: "Caro Lepore, non siamo influencer. Sventolare bandiere è poco utile"

Questione palestinese, il leader di Iv: "Credo in due Stati, ma stop a paragoni tra Israele e Hamas". E sulle Regionali dice: "De Pascale? Prima di parlare di nomi, il Pd deve decidere se smarcarsi dalla Cgil"

Matteo Renzi si candida alle Europee con Stati Uniti d’Europa (Italia Viva e +Europa)

Bologna, 2 giugno 2024 – “Abbiamo il dovere di fare i politici e non gli influencers. Sventolare una bandiera non porta da nessuna parte. Alla Knesset, da premier, dissi chiaramente che Israele aveva il diritto e il dovere di esistere e che contemporaneamente l’obiettivo doveva essere quello di arrivare alla soluzione due popoli, due Stati. Una cosa è certa però: non è possibile prescindere dal 7 ottobre, non possiamo considerare Hamas allo stesso livello del governo democratico di Israele". Così Matteo Renzi commenta l’esposizione della bandiera della Palestina, in seguito accompagnata da quella della pace, da palazzo D’Accursio. Renzi sarà stasera alle 20.30 a The Sidney Hotel di via Michelino, 73.

Segretario, da molti elettori l’Ue è percepita come un organo decisore lontano, se non ostile. Cosa proponete per riavvicinarla ai problemi concreti?

"Il sogno di Stati Uniti d’Europa va in questa direzione: quella di un’Europa democratica e non burocratica, l’Europa della politica e non della burocrazia. Per questo chiediamo l’elezione diretta del Presidente della Commissione, liste transazionali, l’abolizione del potere di veto - impedendo così che personaggi come Orban paralizzino le scelte dell’Ue – una politica estera comune, un esercito europeo e, non ultima, una diplomazia autorevole che ad oggi è completamente mancata".

Schlein, Meloni, Tajani, Calenda, si candidano sapendo già di non andare in Parlamento. Che effetto le fa?

"Io e gli altri candidati della lista Stati Uniti d’Europa siamo gli unici che, se eletti andranno davvero a Strasburgo. Candidarsi sapendo già di rinunciare al seggio significa truffare i cittadini. E trasformare le europee in un sondaggio"

Lo stop ai motori termini colpisce da vicino un territorio che ha fatto delle due e delle quattro ruote un’eccellenza. Cosa proponete su questo punto?

"Il cosiddetto green deal è stato un vero e proprio fallimento: non contribuisce a combattere il cambiamento climatico, ma penalizza industria e posti di lavoro. Un processo così complesso come la transizione verde va governato e deve essere graduale, non può certo finire sulle spalle di imprese e cittadini. E infatti il capolavoro del green deal di Timmermans e Ursula Von der Leyen è stato invece quello di far scappare le imprese nei Paesi extra Ue senza offrire soluzioni sull’ambiente. Anche per questo faremo di tutto per impedire che von der Leyen torni alla guida dell’Europa. Noi abbiamo un sogno e lavoreremo per questo: portare Mario Draghi alla guida della commissione. Chi vota Forza Italia sceglie Von der Leyen, chi vota Stati Uniti d’Europa sceglie Mario Draghi".

Regionali, state lavorando a una coalizione con il centrosinistra o vi terrete le mani libere?

"Stiamo sul merito delle cose, a noi non interessano poltrone e accordicchi tra correnti. Siamo riformisti e non abbiamo rinnegato niente di quello che abbiamo fatto quando abbiamo avuto la possibilità di governare. Se ci sarà la possibilità di dare corpo a un’alleanza che sostenga una proposta coerente, riformista e credibile noi siamo pronti a fare la nostra parte. Altrimenti, come abbiamo fatto altrove, possiamo pure andare da soli".

Per il post-Bonaccini, tra i nomi papabili per il centrosinistra c’è il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale. È un profilo che la convince?

"Conosco De Pascale da molto tempo. Ma il nome del candidato deve essere il punto di arrivo di un ragionamento politico e non quello di partenza. Come ci immaginiamo l’Emilia-Romagna nei prossimi dieci anni? Qual è il giudizio sull’operato di Bonaccini? Il Pd di Elly Schlein che firma i referendum contro il Jobs Act, che candida chi chiede lo scioglimento della Nato, che idea ha del futuro degli emiliani? Una volta sciolti questi nodi possiamo pensare alle persone più indicate per realizzare un programma condiviso. Ad oggi, si scrive Pd si legge Cgil".