Bologna, 3 novembre 2021 - Sicurezza sul lavoro e sicurezza in città. Due aspetti differenti, ma affini, coniugati dentro la stessa visione di futuro che il sindacato Uil, durante la tappa bolognese del tour 2021, ha voluto rendere protagonista in un confronto pubblico con cittadini e Istituzioni. Un macro-tema capace di essere sviscerato in più aspetti, ognuno indispensabile per ridisegnare la città.
A partire dal lavoro, come sottolineato dal sindaco Matteo Lepore, che ha voluto ricordare come "le porte di Palazzo d’Accursio saranno sempre aperte per un confronto franco e leale con i sindacati". "Condivido con la Uil l’obiettivo di zero morti sul lavoro – spiega il primo cittadino –, perché anche solo una vita persa è una tragedia e tutti noi ci dobbiamo ribellare. Il nostro compito è quello di lavorare insieme, motivo per cui nei giorni scorsi ho ribadito che il Comune non venderà le azioni di Interporto, poiché non si possono fare passi indietro. Nel nostro programma di mandato non verrà mai meno una sincera attenzione riguardo la sicurezza sul lavoro, che dovrà divenire totale. È l’impegno che mi assumo davanti ai tanti militanti Uil presenti".
E, in maniche di camicia (ma non solo per una questione metereologica, come lui stesso ha ironizzato), Lepore ha voluto parlare in piazza VIII Agosto come un vero e proprio ‘sindaco di strada’, affrontando anche le problematiche quotidiane sulla sicurezza urbana. "La città ha bisogno di un sindaco che non abbia paura di parlare di chi ogni giorno delinque sulle nostre strade – continua –, impegnandomi in prima persona sulla sicurezza e su un progetto vero e concreto: questo è l’impegno che ho assunto solennemente. Bisogna pensare che i problemi sulla sicurezza in città non si risolveranno in un solo giorno, né con un’ordinanza, bensì affermando i diritti sacrosanti dei nostri cittadini se, in maniche di camicia, ci metteremo a lavorare riguardo i problemi che da molti anni appaiono irrisolti".
Uno sguardo lungimirante, che intende dare alla partecipazione collettiva un ruolo fondamentale: "Se vogliamo occupare gli spazi bisogna riempirli di cose buone: quando abbandoniamo un luogo, questo perde vita e sicurezza. È arrivato il momento in cui noi cittadini bolognesi, lavoratori, imprenditori, associazioni culturali ci riuniamo insieme con le istituzioni e i sindacati per riconquistare il territorio e migliorarne la qualità di vita – sottolinea Lepore –. Se ci sono decine di migliaia di persone che a Bologna fanno uso di sostanze stupefacenti, dobbiamo dirci la verità: questo è un problema sanitario e sociale. Dobbiamo perseguire quel reato in maniera più efficace e porci il problema dell’abuso delle droghe, che in questi anni è notevolmente aumentato. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno e dobbiamo investire sulla scuola, sulla sanità, facendo leva su un maggior numero di psicologi per dare supporto agli adolescenti. Dobbiamo mettere le forze dell’ordine nella miglior condizione lavorativa possibile: spesso, i cittadini stranieri sono i primi che ci chiedono di essere lì presenti per far sì che i loro ragazzi non abbiano sotto casa gli spacciatori".
Non è mancato poi uno sguardo alle statistiche: "Siamo 400mila residenti, è vero, ma in realtà in città ogni giorno ci sono un milione di persone – conclude Lepore –. Sul territorio sono presenti gli studenti, chi fa business e i turisti che stanno tornando a visitare la nostra realtà. Le statistiche delle denunce vanno dunque parametrate su un milione di abitanti, così come le risorse: non possiamo pensare di avere un numero di forze dell’Ordine parametrate su poche migliaia di cittadini, perché, specialmente la notte, ce ne sono molte di più".